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“Vaffa” al capo? Una volta si può. Lo dice la Cassazione

“Vaffa” al capo? Una volta si può. Lo dice la Cassazione

La Suprema Corte di Cassazione ha stabilito che il “vaffa” può essere pronunciato una tantum nei confronti del capufficio. La Cassazione ha altresì stabilito che l’offesa al superiore gerarchico se resta circoscritta ad un episodio e non dà adito ad altre contrapposizioni nel corso del tempo non può essere sanzionata con il licenziamento. Questo perché l’offesa isolata non andrebbe a compromettere il rapporto di fiducia con l’azienda.

Con queste motivazioni, la sezione lavoro ha bocciato il ricorso di un’azienda abruzzese, la Mag.ma, che si era opposta al reintegro nell’organico di un suo dipendente, tal Fernando S, reo di aver offeso la signora Mirella, suo superiore gerarchico, mandandola a quel paese. Come ricostruito dalla sentenza n°10426, la lite era sorta nel momento in cui la donna aveva urtato il capufficio che, irato, aveva offeso poi la sua superiore. Ne era seguito per l’uomo il licenziamento il 21 ottobre del 2005, poi annullato dal Tribunale di Chieti nel 2009.

Del tutto inutile il ricorso in Cassazione dell’azienda, assolutamente contraria al reintegro del capufficio, a causa di una condotta ritenuta gravemente ingiuriosa e intimidatoria al superiore gerarchico donna deriso e apostrofato. La Suprema Corte ha stabilito che la motivazione della Corte d’Appello del L’Aquila:

Appare congrua e logicamente coerente e supportata da precisi ed univoci riferimenti alle risultanze processuali che hanno consentito di ridimensionare la gravità dei fatti e di circoscrivere l’episodio che, sia pure censurabile, non dimostra la volontà del dipendente di sottrarsi alla disciplina aziendale e di insubordinarsi, essendo rimasto nei limiti di una intemperanza verbale.

Per l’azienda, adesso, oltre al danno anche la beffa. A quanto, sembra, infatti non solo il capoufficio non potrà essere licenziato, ma dovrà essere anche risarcito con 2500 euro. Consigliamo in ogni caso di non abusare del potere di pronunciare il fatidico idioma, privo per così dire di conseguenze solo in certe e determinate condizioni, come sopra ampiamente descritto.

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