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Usa, 13enne prova mosse di Wrestling sulla sorellina e la uccide

Usa, 13enne prova mosse di Wrestling sulla sorellina e la uccide

Un ragazzino di 13 anni di New Orleans è stato accusato di omicidio per la morte della sua sorellina di 5 anni, dopo aver confessato agli agenti di polizia di averle sferzato ripetutamente violenti colpi con l’intento di imitare gli incontri di wrestling visti in TV.

Si è trattato di un vero e proprio massacro, visto che sembra che la bambina sia stata ripetutamente sbattuta contro la spalliera del letto, presa a pugni nello stomaco, colpita violentemente in faccia con i gomiti e che il ragazzino si sia messo anche a saltare su di lei.

Un’indagine del medico legale ha accertato che la bambina è morta a causa di lesioni multiple, tra cui costole rotte, lacerazioni al fegato ed emorragie interne.

Anche l’azienda WWE ha fatto le proprie condoglianze alla famiglia della vittima, ma rifiutando in ogni caso le accuse di aver in qualche modo concorso all’omicidio per l’emulazione del ragazzino. L’Organizzazione ha infatti dichiarato:

Le autorità hanno già accusato l’imputato di omicidio di secondo grado, e hanno già stabilito che non si è trattato di una morte accidentale ma avvenuta per una mossa di wrestling. Come in casi analoghi, la tragica morte è stata il risultato dell’intento criminale di nuocere alla bambina e di una mancanza di controllo da parte dei genitori.

Secondo quanto appurato dalle autorità, il ragazzino era stato lasciato a badare alla piccola dalla madre quando si è verificato il pestaggio. Dopo le violente botte, la bambina ha cominciato a lamentare del mal di stomaco. Quando ha smesso di respirare, il piccolo omicida ha chiamato i soccorsi. La bambina è stata trovata viva ma è morta nel trasporto in ospedale, dove è stato appurato il suo decesso.

Il ragazzo è stato portato in una struttura per minorenni ed è stato accusato di omicidio di secondo grado dopo essere stato interrogato dal detective Matt Vasquez. Il detective ha affermato che il ragazzino sapeva benissimo che in TV le mosse di wrestling erano false, ma che sorrideva e sembrava godere nel parlare dell’accaduto.

Il racconto dei funzionari dello sceriffo è sconcertante:

Il ragazzino ha raccontato che la vittima piangeva perché sentiva dolore, ma che lui ha continuato a sbatterla, a darle pugni e gomitate per altri 2 o 3 minuti, fermandosi solo quando la madre ha chiamato al telefono per sapere se lui e la bambina stavano bene.

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