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Turchia, sequestrato pm: morto dopo il blitz per liberarlo

Turchia, sequestrato pm: morto dopo il blitz per liberarlo

Alcuni terroristi che apparterrebbero all’organizzazione fuorilegge Partito-Fronte rivoluzionario di liberazione del popolo (Dhkp-C) hanno preso in ostaggio nel tribunale di Istanbul il procuratore turco Mehmet Selim Kiraz, che indagava sulla morte di Berkin Elvan, il ragazzo di quindici anni colpito alla testa da una capsula di gas lacrimogeno nel giugno 2013, durante le manifestazioni anti-governative a Gezi Park, finito in coma e morto in ospedale a marzo dello scorso anno. In serata è partito il blitz delle forze speciali per liberare il procuratore, sono stati sparati diversi colpi di arma da fuoco e dal palazzo si è visto uscire il fumo, mentre è arrivata un’ambulanza: Kiraz, rimasto gravemente ferito, è poi morto in ospedale dopo un intervento chirurgico, mentre i sequestratori sono stati uccisi sul posto.

I terroristi sarebbero entrati indisturbati nel tribunale, e avrebbero potuto aggirare i controlli di sicurezza forse proprio grazie al blackout che ha colpito martedì in Turchia 44 province su 81. La polizia aveva poi circondato i locali al sesto piano del palazzo del tribunale, dove l’uomo era tenuto in ostaggio, le forze armate erano entrate nell’edificio e la polizia aveva poi avviato le trattative con i terroristi. Era stata inoltre diffusa una foto sui social media che mostrava il procuratore con un uomo alle spalle che con una mano gli tappava la bocca e con un’altra gli puntava una pistola alla tempia, mentre dietro di loro compariva sul muro la bandiera del Dhkp-C.

Le reti televisive turche avevano però deciso di non mandare in onda l’immagine, adeguandosi al silenzio stampa imposto dal premier Ahmet Davutoglu secondo una legge che gli permette di ordinare la censura per motivi di sicurezza nazionale e di ordine pubblico. I sequestratori avevano imposto alle autorità turche un ultimatum, scaduto alle 3.36, per soddisfare le loro richieste: una confessione “pubblica” degli agenti che avrebbero colpito il ragazzo, il loro rinvio a giudizio dinanzi a un “tribunale popolare” e l’archiviazione delle incriminazioni di quanti hanno manifestato contro la morte del giovane. Il premier turco Ahmet Davutogl aveva incontrato l’attuale e l’ex ministro della Giustizia per discutere di quanto stava accadendo ad Istanbul.

Secondo quanto riferito dalla BBC, il deputato turco Huseyin Aygun avrebbe rivelato su Twitter di aver parlato al telefono con il padre di Berkin Elvan, che avrebbe affermato: Mio figlio è morto: che nessun altro muoia. Non si può lavare il sangue con altro sangue”. Il Partito-Fronte rivoluzionario di liberazione del popolo (Dhkp-C) è un’organizzazione turca di ispirazione marxista-leninista fondata nel 1978 e ritenuta fuorilegge in Turchia, nell’Unione Europea e negli Stati Uniti, che dagli anni Settanta ad oggi ha compiuto e rivendicato numerosi omicidi ed attentati, l’ultimo il 6 gennaio scorso, quando una donna si è fatta esplodere in una stazione di polizia ad Istanbul, uccidendo un agente e ferendone gravemente un altro. Nel rivendicare l’attacco, il gruppo disse di volerpunire gli assassini di Berkin Elvan“.

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