Ennesima condanna a morte in Texas, negli USA. Martedì pomeriggio, Marvin Wilson – un ritardato mentale di 54 anni – è stato giustiziato nel carcere di Huntsville; la Corte Suprema degli Stati Uniti ha, infatti, respinto l’ultimo ricorso tentato da suoi avvocati. Così Marvin, prima di morire, ha sorriso alle sue tre sorelle e al figlio, prima di dichiarare: “Portami a casa Gesù, portami a casa Signore” e morire, 14 minuti dopo, tramite iniezione letale. La morte di Wilson è arrivata alle 18:27 – ora locale – di martedì.
Marvin Wilson era stato condannato a morte nel 1994, in seguito all’omicidio di Jerry Williams, avvenuto nel 1992. Williams era un 21enne che lo aveva denunciato per spaccio alla polizia; così, a casa sua, furono sequestrati 24 grammi di cocaina. Jerry Williams fu ritrovato nudo, sul ciglio di una strada, morto a causa di due colpi di pistola. All’epoca, Marvin Wilson si trovava in libertà su cauzione e fu arrestato il giorno dopo insieme ad un complice, un uomo di nome Andrew Lewis. La moglie di Lewis, durante il processo, dichiarò che Wilson le confessò l’omicidio – mai ammesso da Marvin, invece – e l’innocenza del marito che fu condannato all’ergastolo.
Marvin Wilson, però, era un ritardato mentale con il quoziente intellettivo di appena 61 punti, contro i 70 minimi accettati in casi del genere. L’avvocato dell’uomo, Lee Kovarsky, ha sempre spiegato che Wilson non era in grado di gestire le proprie finanze o di mantenere un lavoro. Una sentenza della Corte Suprema del 2002, infatti, aveva proibito le esecuzioni di persone affette da ritardi mentali, lasciando però ai singoli Stati la libertà di decidere di caso in caso. Inoltre, gli avvocati difensori hanno sempre insistito che si effettuasse l’esame del DNA su un capello grigio – appartenente ad una persona caucasica – trovato sul corpo di Williams, ma neanche questo ha fermato l’uccisione dell’uomo afro-americano.
In Texas, dall’inizio di quest’anno, sono già state giustiziate 7 persone ed altre 9 sono in attesa dell’esecuzione. La pena di morte è stata reintrodotta nel 1976 ed il Texas ha ucciso ben 480 persone, contro le 109 avvenute in Virginia, le 99 in Oklahoma, 73 in Florida, 68 in Missouri, 55 in Alabama, 52 in Georgia e 47 in Ohio. Facendo un rapido calcolo, i 7 Stati hanno eseguito appena una ventina di pene capitali in più rispetto al solo Texas.
Una delle condanne più dubbie, avvenute in Texas, è stata quella di Cameron Todd Willingham, giustiziato nel 2004 per l’omicidio delle tre figlie decedute nell’incendio della loro casa nel 1991. Lo scorso anno, sul caso di Willingham è stato girato un documentario, che ha sostenuto la sua innocenza. Molti altri sono i casi in cui sono state giustiziate persone dalla dubbia colpevolezza e, fra due settimane, sarà la volta di John Ballentine, un uomo di 40 anni accusato di aver ucciso 3 adolescenti.