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Terapia onde d’urto: quanti italiani la scelgono?

Terapia onde d’urto: quanti italiani la scelgono?

Il suo ingresso nel mondo della medicina risale agli anni 80, quando veniva impiegata soprattutto per la cura dei calcoli renali. Da quel momento a oggi, la terapia onde d’urto di passi in avanti ne ha fatti molti diventando rapidamente una delle più utilizzare per curare patologie dell’apparato muscolo scheletrico, principalmente quelle che interessano osso e tendine.

Per la loro numerose proprietà benefiche, le onde d’urto si applicano anche su altre parti del corpo per la cura di infiammazioni, edemi, dolori e per la stimolazione della riparazione dei tessuti. Sembra che negli ultimi anni sia stata confermata anche la loro utilità per la rigenerazione cutanea, precisamente per piaghe, ulcere e ferite non semplici da rimarginare.

Secondo recenti studi di settore, il numero di italiani che ha deciso di scegliere la terapia onde d’urto è aumentato, ciò dimostra che si tratta di una delle soluzioni più utilizzate per numerose patologie. Motivo per cui questa terapia è utilizzata in particolare nel campo fisioterapico che rappresenta da sempre il settore di eccellenza.

 

Campi di azione delle onde d’urto

Ci sono ambiti in cui le onde d’urto hanno dato risultati efficaci, oltre al tradizionale ambito fisioterapico.

A Prato, all’ospedale Santo Stefano è stato eseguito per la prima volta in Italia un intervento per il trattamento di arterie calcificate su un paziente di 81 anni affetto da malattia coronarica acuta con conseguente restringimento delle arterie. Le onde d’urto in questo caso hanno permesso la frammentazione delle calcificazioni e la conseguente espansione dello stent.

A Lecce, invece, la tecnica utilizzata prima solo per i calcoli renali, è stata impiegata per la demolizione delle placche coronariche molto dure permettendo al cuore di tornare in salute.

A Cagliari, lo studio fisioterapico Corona è una delle realtà altamente specializzate dove è possibile sottoporsi alle onde d’urto focalizzate per curare in modo efficace patologie più o meno importanti.

Questi ultimi esempi confermano che è proprio il sud a rappresentare la zona che sembra distinguersi per l’eccellenza di queste nuove frontiere della medicina non invasiva applicata a numerosi ambiti e patologie anche dolorose.

 

Sottoporsi alla terapia

Le onde d’urto non sono una soluzione fai da te, questo è chiaro, necessitano di un esperto della materia che è solitamente un fisioterapista.

In primis per sottoporsi a questa terapia è necessario consultare un medico specialista che confermi una diagnosi e che possa prescrivere la terapia più giusta per il singolo caso in base all’esito della visita.

È necessario, infatti, che sia proprio lo specialista a indicare la precisa parte anatomica sulla quale è necessario intervenire oltre alla frequenza con cui sottoporsi alle onde d’urto. Solitamente si tratta di cicli di 4 o 5 sedute da effettuare a distanza di 7–10 giorni.

È consigliato inoltre sottoporsi a una visita di controllo dopo ogni ciclo di terapia in modo che il personale specializzato possa capire se è tutto risolto, se dovrà procedere per risolvere il problema e per far sì che la patologia non si presenti nuovamente in tempi brevi.

 

 

 

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