Potrebbe essere davvero oggetto di una divertente barzelletta la storia che vi andiamo a raccontare, sebbene si innesti sullo sfondo non certo idilliaco della guerra afghana. Chiunque di noi avrà senz’altro visto, soprattutto nei film western, i famosi volantini con su scritto “wanted”, la foto della persona ricercata e la taglia su quest’ultima, promessa come risarcimento per coloro che avrebbero fornito alle forze dell’ordine notizie sul ricercato o proprio il suddetto in persona. Mohammad Ashan, capo talebano locale, si è presentato al posto di blocco con il volantino che sollecitava la sua cattura e ha detto: “Eccomi, sono io. Mi consegno. Adesso però voglio la ricompensa di 100 dollari indicata sul poster”, il tutto tra l’incredulità generale dei soldati afghani.
L’uomo è accusato di aver organizzato due sanguinosi attentati nella regione di Paktika e per questo motivo era finito nella lista degli uomini più ricercati. Mettendogli le manette, i militari hanno poi trasferito l’uomo in caserma per verificare che effettivamente si trattasse di Ashan. Spesso, nomi e volti di attentatori locali vengono stampati su volantini in cambio di soldi in modo da ottenere qualche informazione dalla popolazione, ma mai nessuno si sarebbe aspettato che a presentarsi fosse il ricercato in persona nella convinzione di poter ottenere senza rischi i soldi offerti per la sua cattura. Probabilmente, come ha suggerito qualcuno, non tutte le rotelle erano a posto nell’uomo che adesso non solo sarà arrestato, ma non otterrà neppure gli agognati 100 dollari.
E pensare che diversi sono i mezzi usati per raccogliere notizie sui terroristi. Dai volantini agli appelli lanciati sia via radio che in tv, per finire con i volti dei ricercati stampati sulle scatole dei fiammiferi. Spesso, tra l’altro, senza che la campagna di ricerca si concluda con un’effettiva cattura, anzi traducendosi il più delle volte in un autentico buco nell’acqua.
