Erano 8 gli uomini appartenenti alle forze dell’ordine che presidiavano la villa di Roberto Calderoli, sui colli di Mozzo, in provincia di Bergamo. Ebbene, i tagli alla casta annunciati dal ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri stanno sortendo i primi effetti proprio a partire dalla villa dell’ex ministro. Una scorta, notte e giorno, dinanzi alla residenza del leghista, composta di carabinieri e finanzieri e che in due anni era costata circa 900 mila euro. Sena contare che, oltre al presidio dinanzi alla sua casa, l’ex ministro leghista aveva anche una guardia personale che lo seguiva ovunque andasse. Calderoli ci scherza, asserendo di essere così tornato un uomo libero, ma da scherzare c’è ben poco. Queste le sue parole:
Sono tornato un uomo libero. È una decisione che non fa seguito alle polemiche sulla scorta del presidente Fini, ma concordata una decina di giorni fa dal Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza, nell’ottica di un ridimensionamento generale delle scorte. A tutti è stato abbassato di un grado il livello di sicurezza, e trovo che sia giusto.
Come riportato da Il Giorno, sembra che però l’ex ministro nutra ancora qualche preoccupazione per la sua incolumità, in quanto potrebbe arrivare qualche kamikaze pronto a farsi saltare in aria come era accaduto a Milano nel 2009. La scorta fissa per Calderoli era stata disposta dal Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica di Bergamo, essendo Calderoli nel mirino degli estremisti islamici a partire già dal 2006, a causa della famosa vicenda della maglietta con la caricatura di Maometto.
La decisione dei tagli del Viminale ha sicuramente lasciato soddisfatti i sindacati della Polizia (che avevano protestato non poco nel corso degli ultimi due anni) che hanno acclamato con entusiasmo la notizia, affermando che: “Abbiamo vinto una battaglia. La decisione di togliere il presidio fisso non può che lasciarci soddisfatti”.
