Dopo il caso dell’assessore arrestato per presunti legami con la ‘ndrangheta, spunta una nuova inchiesta riguardante la Regione Lombardia, che coinvolgerebbe in questo caso i vertici della Compagnia delle Opere di Bergamo e l’ex assessore regionale Nicoli Cristiani, arrestato alcuni mesi fa per corruzione. Rossano Breno, presidente della Compagnia delle Opere di Bergamo, e l’allora vicepresidente Luigi Brambilla avrebbero agito come mediatori presso la Regione Lombardia per far ottenere all’imprenditore Pierluca Locatelli l’autorizzazione all’apertura di una discarica di amianto nel Cremonese. Nell’inchiesta per l’apertura della discarica vi sarebbe anche una delibera della Giunta Regionale approvata il 20 aprile dello scorso anno “su proposta del Presidente Formigoni”. Il ruolo della Compagnia delle Opere nella vicenda era già venuto fuori in seguito all’arresto di Nicoli Cristiani.
Questi sono dunque gli ultimi sviluppi dell’indagine coordinata dal procuratore aggiunto di Milano Alfredo Robledo e dai pm Paolo Filippini e Antonio D’Alessio che vede Nicoli Cristiani accusato di aver preso una tangente da 100 mila euro dall’imprenditore Pierluca Locatelli, che voleva ottenere l’autorizzazione per realizzare una discarica di amianto al posto della cava di Cappella Cantone. La Guardia di Finanza, oggi pomeriggio, ha inoltre vistato le sedi delle società Mediberg e Custodia, amministrate rispettivamente da Rossano Breno, presidente della Compagnia delle Opere di Bergamo, e dall’ex vicepresidente Luigi Brambilla.
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