Quello di Malagrotta è uno dei temi caldi che attanagliano la Regione Lazio, a fine 2011 la discarica ormai giunta alla saturazione avrebbe dovuto essere chiusa ma in mancanza di alternative immediate il prefetto-commissario all’emergenza Giuseppe Pecoraro aveva disposto una nuova proroga di sei mesi ormai prossima alla scadenza. Fra i siti individuati per il dopo Malagrotta, vi sono Riano e Corcolle, decisione fortemente avversata dai cittadini del luogo che riunitisi in comitato, (Sos discarica Riano) sono tornati in queste ore a far sentire la loro voce, con una lettera rivolta al presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti.
Nel comunicato si legge: “Non si può continuare a ragionare su provvedimenti che ricadrebbero sulla vita delle comunità cittadine, sull’economia di un vasto territorio, sulla compromissione dell’ambiente, nonchè sulla salute della gente che, ci peritiamo di ricordare, è uno dei diritti primari sanciti dalla Costituzione Italiana”. “Malagrotta – scrive il comitato – è una fabbrica di percolato e di diossina, un mostro che uccide la gente e l’ambiente: chiuderla per aprirne un’altra da un’altra parte significherebbe semplicemente trasferire l’illegalità in un altro territorio, dando inizio altrove a ciò che non si può e non si deve continuare a fare a Malagrotta. Non v’è dubbio, infatti, che la risibile percentuale di raccolta differenziata e il deficit degli impianti di trattamento meccanico-biologico e di compostaggio a Roma non diano attualmente scampo al gravame delle oltre 2700 tonnellate di rifiuto indifferenziato giornaliero che vengono tuttora smaltite a Malagrotta, e che ‘tal qualè verrebbero riversate in qualsivoglia altra discarica si pensasse di allestire”.