La Commissione Europea ha deciso di non aprire una procedura contro l’Italia dopo l’analisi della legge di stabilità effettuata dal Collegio dei Commissari, che hanno però inviato a Roma una lettera che richiama il governo ad osservare i parametri europei sul contenimento del rapporto debito/Pil. Nel documento si sottolinea che gli “squilibri sono rimasti invariati, richiedono monitoraggio specifico e decise azioni politiche“, ma vengono riconosciuti fattori importanti, in particolare, “nel caso della Francia, dell‘Italia e del Belgio“, i tre Paesi sotto osservazione dopo la presentazione delle Finanziarie, “è cruciale la piena implementazione delle riforme strutturali in atto e in programma“.
Il commissario agli affari economici Pierre Moscovici ha però ricordato che l’Italia rimane nella categoria dei “sorvegliati speciali” per squilibri macroeconomici in cui si trova dal 2014, e ha spiegato che “l’applicazione rigida della regola del debito avrebbe richiesto una correzione troppo brutale, avrebbe messo l’Italia in una situazione economica insostenibile“. Sono tre, secondo il documento, i fattori riconosciuti al nostro paese per non intraprendere la procedura malgrado il mancato raggiungimento degli “obiettivi di medio termine“. Innanzitutto, il protrarsi della recessione fino alla fine del 2014, che rende ancora più difficile il rispetto delle regole sul debito; poi l’aspettativa che l’Italia metta in atto il richiesto aggiustamento verso l’obiettivo di medio termine, e infine le riforme strutturali che il governo sta operando.
Proprio a proposito di riforme, dalla Commissione Europea è giunto anche un elogio al Jobs Act, che, si legge nel documento, “ha fatto decisivi cambiamenti nella legislazione di protezione del lavoro e nei benefici per la disoccupazione per migliorare l’entrata e l’uscita dal mercato del lavoro“. Il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan ha commentato: “Siamo soddisfatti, il riconoscimento della corretta impostazione che abbiamo dato alle finanze pubbliche è un risultato importante soprattutto perché solo pochi mesi fa non era per nulla scontato“. Anche la Francia si salva dalla bocciatura di Bruxelles, ed ha quindi altri due anni per riportare il rapporto tra deficit e Pil, ora al 4,4%, sotto il 3%, ma sia quest’anno che il prossimo dovrà fare degli sforzi aggiuntivi sul deficit strutturale, che la Commissione valuterà in corso d’opera.
Un primo controllo dei progressi fatti ci sarà già a maggio. Il Belgio passa l’esame sulla legge di stabilità, ma anche al governo belga, come a quello italiano, è stata inviata una lettera con le comunicazioni di queste ultime decisioni in cui “si ricorda che devono essere fatti sforzi per ridurre il debito pubblico” ha spiegato Moscovici. Anche la Germania sarà “sotto monitoraggio” della Commissione Europea, ma per l’alto surplus di parte corrente e per l’insufficiente azione per ridurlo. Moscovici ha spiegato che tale surplus provoca “investimenti insufficienti“, ma “nessun piano correttivo è stato chiesto“, e la Ue è sicura che la correzione del surplus farà parte del piano di riforme di maggio.
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