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Sorprese di Pasqua, busta paga più leggera per i rincari dell’Irpef regionale e comunale

Sorprese di Pasqua, busta paga più leggera per i rincari dell’Irpef regionale e comunale

La Pasqua è ormai alle porte ma gli italiani nell’uovo troveranno sorprese tutt’altro che piacevoli, parliamo ovviamente di tasse, esercitate in particolar modo sugli stipendi da lavoro dipendente, che dovrebbero portare, secondo le intenzioni dell’esecutivo Monti, al più presto “l’azienda” Italia a un pareggio di bilancio. Le prime avvisaglie della maggiore pressione fiscale i dipendenti e pensionati le stanno percependo in questi giorni sulle remunerazioni di marzo a causa dello sblocco delle addizionali regionali e comunali. Nel caso dell’Irpef regionale i Caf gestiti dai sindacati hanno calcolato un costo fino a 137 euro in più, mentre l’imposta comunale è stata quantificata fino a superare la soglia dei 193 euro.


In soldoni l’incremento del 33% sulle addizionali regionali porterà a un prelievo medio di 51 euro per il lavoratore che guadagna 1200 euro mensili, che passa a 73 euro per chi ha uno stipendio da 1700 euro, 94 per le buste paga da 2.200 euro fino ad arrivare a una detrazione di 137 euro, per i più fortunati che ogni mese trovano in busta 3.200 euro.


Quanto all’Irpef comunale, l’atavica lentezza burocratica dei Parlamentini locali ha fatto si che ben pochi abbiano deliberato sostanziali aumenti, nonostante la facoltà fornita loro dalla manovra di Ferragosto che porta la firma di Berlusconi e Tremonti, secondo cui da quest’anno le amministrazioni comunali possono apportare ritocchi all’aliquota al massimo fino allo 0,8%. Alcune realtà locali si sono già date da fare: a Chieti le buste paga dei cittadini subiranno un impatto calcolato fino a 193 euro l’anno, somma che si riduce a 47 euro l’anno per gli abitanti di Catanzaro. In ogni caso tutti i Comuni italiani prima o poi daranno corpo agli aumenti Irpef a cui vanno aggiunti i già citati oneri regionali.

 
La storia non finisce certo qui, poiché si prefigura all’orizzonte, per la precisione a giugno, l’arrivo dell’ex Ici ora ribattezzata Imu, ancora più gravosa per i proprietari di una seconda casa e l’aumento dell’Iva al 23% previsto per ottobre salvo ripensamenti. Come se non bastasse, è di queste ore la notizia che la commissione Affari del Senato ha approvato un emendamento bipartisan al decreto legge semplificazioni che ripristina l’automatismo del fondo calamità che si ripercuote sulle accise per carburanti determinando un probabile rincaro della benzina ormai prossima al traguardo dei 2 euro al litro. I redditi minimi saranno gli unici che non subiranno la pioggia di aumenti, in particolare i pensionati fino a 75 anni che guadagnano fino a 7.535 euro l’anno e quelli oltre 75 anni che guadagnano fino a 7.785 euro, esenti i lavoratori fino a 8.030 euro.

 

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