Torna il 21 dicembre il solstizio d’inverno che coincide con il giorno più corto dell’anno, ma che sancisce anche l’inizio astronomico dell’inverno: nel corso della giornata il Sole raggiunge la sua elevazione minima irradiandosi per meno ore sulla superficie dell’emisfero boreale ragion per cui le ore di luce saranno al minimo rispetto agli altri giorni dell’anno.
Inoltre più si sale al Nord, più le ore di luce saranno minime: il giorno a Palermo durerà circa 25 minuti in più che a Roma come confermato da Paolo Volpini dell’Unione astrofili italiani (UAI). L’evento del solstizio d’inverno sarà anche accompagnato dallo spettacolo delle Ursidi, l’ultimo sciame meteoritico del 2017 che illuminerà il cielo nella notte fra il 21 e il 22 dicembre che corrisponde ai frammenti prodotti dalla cometa 1856 Tuttle.
Molte le tradizioni anche antiche legate al solstizio d’inverno: le popolazioni precristiane del nord Europa celebravano questo giorno speciale con rituali in cui si festeggiava la luce organizzando banchetti sotto grandi alberi di pino. I Romani celebravano la giornata con i Saturnali, celebrazioni di festa dove ci si scambiano regali.
Per le antiche popolazioni celtiche dell’Inghilterra precristiana il solstizio assumeva un significato esoterico e corrispondeva al momento in cui magia e aldilà erano molto, un momento perfetto per la celebrazione di riti come sembrerebbe confermare il monumentale complesso di Stonhenge.
In Cina il Solstizio d’inverno si festeggia ricordando i defunti e mangiando ravioli come fosse una sorta di Capodanno in omaggio all’importanza simbolica che la festa assumeva anticamente nel paese quando gli imperatori innalzavano preghiere al cielo celebrando gli antenati.
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