Il giovane informatico andrà a Seattle per incontrare l’ex fidanzata Amanda Knox. Prima di partire però ha chiesto alla famiglia di organizzare una messa per Meredith. Vuole insomma che sia ricordata prima di riprendere la sua vita, ma i problemi non si fermano qui e deve combattere contro i giornalisti che non gli danno tregua, mentre il ricorso in cassazione contro la sentenza che lo proscioglieva dall’accusa di omicidio è ancora in esame.
“Voglio essere presente anche io alla funzione, ma non mi fate leggere niente” ha raccomandato Raffaele ai familiari che stanno organizzando in sua vece una messa in ricordo di Meredith Kercher. Una discrezione, la sua, decisamente appropriata visto il dolore ancora troppo vivido della famiglia dell’uccisa, ma anche lui non ha superato ancora la vicenda e gli anni di carcere pesano come un ombra su di lui, che non è lontano in America come Amanda.
Forse è anche per questo che vuole andarla a trovare, per cambiare aria e sentirsi libero da questo delitto, di cui si è sempre dichiarato estraneo, e che ormai gli ha appioppato un’immagine che difficilmente scomparirà. “Una ragazza è morta e va ricordata. Per quanto riguarda la mia uscita in pubblica non mi faccio illusioni, ci sarà chi la dirà cotta e chi la dirà cruda” ha detto Raffaele, che nel 2008 aveva denunciato dei giornalisti alla procura di Trani per via delle affermazioni in un servizio Tv in cui lui ed Amanda venivano definiti come dei consumatori abituali di droga.
La zia Sara ha assicurato che sta partecipando all’organizzazione della cerimonia attivamente ed anzi fin nei minimi dettagli, ma: “ha ancora paura. Non riesce a gustare appieno la libertà ritrovata. Pensa al ricorso in Cassazione e non riesce ad essere tranquillo come lo siamo noi adesso che è tornato finalmente a casa”.