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Singapore, arrestato un uomo colpevole di “libertà di stampa”

Singapore, arrestato un uomo colpevole di “libertà di stampa”

Joseph Ong Chor Teck, questo il complicato scioglilingua che ha per nome l’uomo accusato di aver fatto degli exit poll alle porte delle elezioni del maggio scorso, questo nella Repubblica di Singapore è un reato, quindi è stato arrestato ed adesso il processo rischia di fargli fare un bel po’ di carcere.

Joseph, abbreviamo per non annoiarvi, collabora con il popolare sito della Ong Temasek Review, che si occupa di temi socio-politici ed informa la maggior parte della popolazione dell’isola di Singapore. Proprio per questa collaborazione il giornalista stava preparando un sondaggio sul probabile vincitore delle elezioni, ma non ha avuto possibilità di pubblicarlo, è stato infatti arrestato con un’accusa che in Italia somiglierebbe a “violazione della par condicio”.

Nessuna libertà di stampa o applicazione della legge? Difficile stabilirlo in un paese, una città stato di fatto, piccolo, ma con un’economia così forte e sviluppata, dove fra ricchi e poveri esiste un abisso e dove i capitali internazionali vengono facilmente investiti o semplicemente depositati per via delle leggi in materia fiscale e del forte rendimento degli investimenti stessi.

Il principale partito di maggioranza, ancora oggi al potere, ha visto un crollo dei consensi dal 67 al 60% dal 2006 ad oggi a causa del malcontento delle fasce più povere della popolazione, cioè la maggior parte dei 5 milioni di abitanti dell’isola. Questo anche all’informazione senza barriere o corruttela del sito per cui lavorava Joseph.

Spesso osservatori internazionali come Amnesty International critica il governo per la poca libertà di stampa, arrivando anche ad accusare di esercitare censura e repressione nei confronti dei reporter attivisti che infiammano il web con le loro verità scottanti sull’operato del governo. Secondo Amnesty Singapore avrebbe incarcerato solo nel 2011 ben 136 persone per reati legati alla libera espressione, reati considerabili in altri paesi come censura. Il paese viene considerato repressivo verso i membri di informazione alla stregua di Iran e Zimbabwe.

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