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Sexting: scambio di immagini hard fra i giovani

Sexting: scambio di immagini hard fra i giovani

Le nuove tecnologie, computer ed internet in testa, hanno influenzato molto la precocizzazione sessuale delle nuove generazioni, che sempre più spesso scaricano dal web, inviano ad amici ed amiche, parlano e commentano sui social network immagini e video con contenuti sessuali.

Non è particolarmente importante quanto siano espliciti questi contenuti, ma quel che è certo è che questa tendenza, detta Sexting, si sta diffondendo anche nelle abitudini degli adolescenti italiani. Secondo un’indagine nata dalla collaborazione di Euripes e Telefono Azzurro il 37,7% dei giovani trascorre ogni giorno almeno 2, ma anche fino a 4, ore al giorno su internet; mentre il 41,4% usa il cellulare per almeno due ore al giorno. Il 6,7% ha inviato almeno 1 sms o video a sfondo sessuale via telefonino ed il 10,2% ne ha ricevuto almeno 1.

Com’è possibile? Viene universalmente riconosciuto che spesso i ragazzini hanno una conoscenza distorta o comunque da un punto di vista troppo commerciale della sessualità da coetanei più smaliziati, che li introducono a questi argomenti anche indirizzandoli su siti internet vietati ai minori. I genitori in questo non hanno possibilità di controllo, infatti in genere i figli sanno bene come aggirare le opzioni di “parental control” che Internet Explorer ed altri browser mettono a disposizione, lasciandoli quindi esposti a contenuti inadatti alla loro età.

Dai dati emerge però che adesso sono gli smartphone il mezzo di diffusione di queste immagini e video con contenuti di sesso esplicito. Un problema diverso sarebbe quello dell’utilizzo delle webcam, che più di una volta hanno evidenziato la mancanza di attenzione di genitori verso problemi ancora più gravi come la pedofilia ed il plagio che persone più anziane esercitano nei riguardi di menti troppo giovani per capirne il pericolo.

Secondo Telefono Azzurro sarebbe dunque la prevenzione il mezzo più efficace per combattere questo fenomeno, specialmente quello legato alla pedofilia, che purtroppo nel web sfrutta proprio la naturale curiosità dei ragazzi sull’argomento per mietere le sue vittime.

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