Torna d’attualità il tema dell’educazione sessuale nelle scuole. A riportare alla ribalta il tema è il caso di due 15enni che sono stati sospesi dall’attività scolastica, poiché scoperti a fare sesso nei bagni della loro scuola.
La vicenda è accaduta all’istituto superiore per ragionieri “Einaudi” di Bassano del Grappa, nel vicentino. Un ragazzo ed una ragazza, entrambi 15enni, sono stati scoperti a fare sesso in bagno. A scoprire le “misteriose” effusioni è stato un compagno di classe, che nell’aprire la porta della toilette si è imbattuto in questa scena “hot”. Al suo ritorno in classe, non è riuscito a mantenere il segreto: “Qualcuno di là si sta divertendo”.
Così si è innescato il classico passaparola sulla vicenda, che ha portato la vicenda prima sui social network, infine sulla scrivania del preside della scuola, che ha deciso di prendere i provvedimenti del caso. Ma il dirigente scolastico ha deciso per una sanzione differente per i due 15enni: 4 giorni di sospensione per la ragazza, uno solo per il ragazzo.
La difformità di giudizio sull’accaduto è stata giustificata dal preside in quanto la ragazza si trovava nei bagni dei maschi e non viceversa. La decisione ha già scatenato numerose polemiche tra chi è d’accordo e chi meno sulla decisione del preside, che al momento non ha voluto rilasciare nessuna dichiarazione sul provvedimento adottato.
Morena Martini, assessore della provincia di Vicenza, ha così commentato l’accaduto: “Il preside non ha agito sull’onda dell’emotività e se vi è stata disparità nella punizione vuol dire che si è tenuto conto anche di altre cose. Conosco troppo bene il preside, è una persona che non si lascia trascinare dall’emotività, per questo penso che nella diversa punizione inflitta ai due ragazzini si sia tenuto conto anche di altre cose”.
Totalmente in disaccordo con il provvedimento, invece, il coordinatore nazionale dell’Udu, l’Unione degli Universitari Michele Orezzi: “Sarebbe stato meglio punire i ragazzi con un semplice rimprovero, è preferibile usare le punizioni più dure, come le sospensioni, per tentare di debellare altre cose, come gli atti di bullismo che spesso avvengono nelle scuole. Non è equo dare, come è stato fatto, una punizione diversa ai due ragazzi. Questo è veramente assurdo anche perché sembra porre l’accento, più che sul luogo in cui il fatto è avvenuto, ovvero il bagno dei ragazzi, sul fatto che sia una donna”.
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