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Russia Unita vince le elezioni, ma brogli e contestazioni mettono tutto in discussione

Russia Unita vince le elezioni, ma brogli e contestazioni mettono tutto in discussione

I risultati nelle elezioni hanno visto precipitare Russia Unita, il partito dello zar Putin, in un  baratro fatto di migliaia di persone in piazza a protestare contro i tanto acclamati brogli ed ormai perfino il presidente Medvedev sta cedendo terreno all’opportunità di un’inchiesta sull’accaduto.

Poteva il frenetico e dispotico capo del partito rimanere immobile dopo simili avvenimenti? Ovviamente no. Per cui i siti di opposizione si preparano a sostenere un attacco come già capitato di recente, che portò ad essere offline per diversi giorni. Tuttavia neanche su questo sembrano farla buona a Putin, per cui il parlamento, in cui Russia Unita ormai mantiene solo una maggioranza assoluta, annuncia una stretta sulla pirateria online.

Il principale artefice di questa decisione è stato l’ex direttore dei servizi segreti, nonché attuale capo del Consiglio di sicurezza russo Patrushev. Questi ha annunciato già nel corso della campagna elettorale, trasformandolo nell’uomo chiave e quindi punto di riferimento per combattere e criticare il regime, che usare il web per abbattere gli avversari politici è sbagliato come farlo nella realtà attraverso la diffamazione e le false accuse giudiziarie. Una frecciatina che nessuno ha mancato di notare sia stata indirizzata a Putin in persona.

I tentativi di impedire alle persone di comunicare sono in linea di principio controproducenti e anche immorali” ha detto Patrushevtuttavia non dobbiamo ignorare l’uso di internet da parte di criminali e gruppi terroristici. Una ragionevole regolazione va condotta in Russia, come già accade negli Stati Uniti, in Cina e in molti altri Paesi“. Per il momento solo parole e a dirla tutta neanche parole tanto precise vista la mancanza del “come” ciò verrà realizzato; tuttavia considerando che quest’affermazione viene fatta in Russia è già un gran risultato.

Putin dal canto suo si è limitato a dire che lo Stato “non può e non deve controllare il web“, ma secondo il Times di Mosca sarebbero forti le pressioni dal suo staff per realizzare un internet sul modello cinese, con un rigido controllo dell’informazione insomma.

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