Ieri sera si è tenuto dalle 20:40 uno straordinario Consiglio dei Ministri, dal quale ci si attendeva l’adozione di misure fondamentali per risollevare l’economia del paese.
Grande era l’attesa per un maxiemendamento per la liberalizzazione dei servizi locali e delle professioni, investimenti su larga banda e valorizzazione della difesa degli immobili, vendita degli immobili del patrimonio pubblico. Ma nulla.
Alle 22:15 il comunicato stampa annuncia che il Consiglio dei Ministri si è concluso, con alcuni provvedimenti che definire alquanto inutili è forse dir poco:
1) Uno schema di regolamento che riconosce ai Comuni capoluogo di provincia, alle Unioni dei Comuni, nonche’ ai Comuni inclusi negli elenchi regionali delle localita’ turistiche o citta’ d’arte, la possibilita’ di istituire, con deliberazione del Consiglio, un’imposta di soggiorno a carico di coloro che alloggiano nelle strutture ricettive situate nel proprio territorio.
2) Un disegno di legge per la ratifica e l’esecuzione dell’Accordo fra l’Italia ed il Kazachstan sulla cooperazione e contrasto alla criminalita’ organizzata, al traffico illecito di sostanze stupefacenti e psicotrope, al terrorismo e ad altre forme di criminalita’.
3) Lo stato d’emergenza gia’ deliberato per gli eventi atmosferici eccezionali che hanno colpito il territorio della Regione Veneto nell’ottobre dello scorso anno.
4) L’ intesa fra la Repubblica italiana e le Assemblee di Dio in Italia (ADI), che modifica parzialmente la precedente intesa in tema di accesso all’8 per mille.
E soprattutto….
5) La proroga del regime commissariale per il Comune di Borgia, in provincia di Catanzaro, per ultimare il risanamento amministrativo e rinnovare i condizionamenti della criminalita’ organizzata.
Si, avete letto bene, non rimuovere, ma rinnovare. Evidentemente i comunicati stampa, provenienti da un organo complesso, quale il Consiglio dei Ministri non sono riletti da nessuno, prima di essere pubblicati.
Tra l’altro nel corso delle prime ore del mattino il comunicato stampa continuava a diffondersi in rete, tra le fonti giornalistiche, come nulla fosse. E poi ci lamentiamo delle “derisioni” altrui sul nostro Bel Paese.