Oggi lo zar di tutte le Russie Vladimir Putin ha annunciato con un articolo sul giornale sotto il suo controllo, Izvestia, il progetto di un’Unione Euroasiatica, che scimmiotterebbe l’Unione Europea o meglio ancora il Commonwealth britannico, con un ruolo guida della Russia sui suoi numerosi paesi confinanti in Europa ed in Asia.
Le intenzioni del premier Russo Putin sono apparentemente limitate e tutto sommato ragionevoli, vorrebbe ampliare gli accordi già esistenti con Bienlorussia e Karakhstan con altri stati, per il momento Kirghizistan e Tagikistan. L’accordo esistente altro non sarebbe che una piccola unione doganale, tuttavia i piani del leader russo vanno considerati in una generale strategia di rilancio del paese che quasi sei anni fa’ gli fece dire chiaramente: “noi siamo ancora qui e rivendicheremo presto il ruolo di superpotenza che ci spetta”.
Un ruolo che in effetti la Russia sta pian piano riconquistando, impensabile il silenzio dell’Onu durante la guerra lampo che vide l’invasione della Georgia, stato confinante con la Russia della regione del Caucaso, colpevole di voler entrare nell’Onu per contrastare le ingerenza di Mosca nella sua politica ed economia. Azione considerata una provocazione dalla Russia, che rispose duramente arrivando ad occupare la capitale Tblisi in meno di un mese.
L’economia russa, a prezzo di ingiustizie sociali enormi, spesso nascoste od ignorate dai media russi e troppo facilmente liquidate da quelli internazionali (che preferiscono occuparsi di terrorismo islamico e guerre Usa), è riuscita a risollevarsi dalla crisi che portò alla caduta dell’Urss ed alla fine della guerra fredda. L’apparato bellico del paese è rimasto considerevole, forse pari a quello americano (sebbene sicuramente meno moderno), le risorse energetiche e minerarie sul territorio russo e l’enorme mole di popolazione fanno della Russia un gigante dimenticato, troppo spesso eclissato da Cina ed India, che pur essendo potenze emergenze hanno parecchio da recuperare prima di contare quanto questa Russia in ripresa!
A gennaio ci sarà quindi l’abbattimento delle barriere doganali, primo tassello della Russia per ricostruirsi una sfera d’influenza internazionale dopo tanti anni di silenzio? Può darsi, ma adesso l’occidente non ha tempo, preso com’è dai propri pasticci economici, per accorgersi che il gigante Russo in ginocchio ha alzato la prima gamba ed è pronto a rimettersi in piedi!