Il premier Matteo Renzi, dopo il trionfo del Pd alle elezioni europee ed amministrative, si è recato ieri al vertice informale a Bruxelles tra i capi di Stato e di governo europei, al termine del quale ha detto: “Se vogliamo salvare l’Europa, dobbiamo cambiare l’Europa. La discussione di oggi va nella giusta direzione”. Già al suo arrivo nella capitale belga, Renzi aveva detto: “Sono qui a rappresentare uno dei più grandi paesi dell’Unione Europea”, un’Unione che, ha poi aggiunto, deve “parlare il linguaggio dei suoi cittadini“. Il premier, forte quindi dei 31 europarlamentari democratici eletti a Bruxelles, che entreranno a far parte del gruppo S&D (ex Pse), può ora rivendicare anche qualche presidenza per l’Italia, come quella dell’Europarlamento, della Commissione, del Consiglio o dell’Eurogruppo, anche se lui stesso ha chiarito: “Prima vengono le cose da fare, gli argomenti su cui trovare un equilibrio, e poi i nomi“.
Renzi può anche far valere il peso del suo consenso elettorale per orientare la scelta del nuovo presidente della Commissione Europea, magari smarcandosi dalla candidatura di Jean Claude Junker del Ppe, favorita in base ai risultati elettorali, ma che ha comunque bisogno di una maggioranza allargata, eventualmente, anche al Pse e ai liberaldemocratici. Il premier vorrebbe inoltre chiedere una revisione della politica di rigore che permetta di escludere le spese infastrutturali e per investimenti dal tetto del 3%, revisione a cui la cancelliera tedesca Angela Merkel si è finora sempre opposta, ma, a cui, visto il risultato delle elezioni, anche quest’ultima potrebbe acconsentire.
I capi di Stato dei 28 Paesi dell’Unione Europea hanno dovuto inoltre fare i conti con l‘affermarsi delle forze antieuropeiste, a cominciare dalla Francia, dove la leader del Front Nazional Marine Le Pen, visto anche il magro risultato elettorale dei socialisti al governo, ha chiesto al presidente Francois Hollande di indire elezioni anticipate, e ha promesso che, se venisse eletta presidente, farà tenere un referendum “per chiedere ai francesi se vogliono uscire dall’Unione Europea“. Hollande ha così commentato il risultato elettorale: “Dalla Francia arriva la domanda di più crescita e più lavoro e quindi vogliamo un riorientamento della costruzione europea. Il fatto che il 25% degli elettori francesi abbia votato l’estrema destra non è un problema solo della Francia, ma di tutta l’Europa. Io sono europeista, ma voglio che l’Europa cambi“.
Per il premier britannico David Cameron, invece, l’Unione Europea ora “deve concentrarsi sulla crescita e sul lavoro“, mentre l’affermazione delle forze euroscettiche è “un messaggio chiaro che non possiamo limitarci a ignorare andando avanti”. Ieri Renzi, prima di partire per Bruxelles, si era recato al Quirinale per incontrare il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, con il quale avrebbe parlato del vertice europeo, del semestre di presidenza italiana dell’Unione Europea, che inizierà a luglio, e probabilmente anche del risultato elettorale e delle riforme che dovrà intraprendere il governo. Appena giunto a Bruxelles, invece, è andato al museo ebraico del Belgio, dove sabato scorso quattro persone sono rimaste uccise in un attentato.
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