Una vicenda che sicuramente dovrà essere aggiornata poiché sono ancora troppi i punti oscuri che la caratterizzano. Passaggi ancora così misteriosi che rischiano di tramutare un caso di cronaca in un “quasi giallo diplomatico” tra Italia e Russia.
L’inizio della vicenda risale ad una settimana fa, quando a San Pietroburgo viene rapito Edoardo Monti, un insegnante di italiano, di Casale Monferrato, che è anche il figlio di Paolo Monti, 76 anni, avvocato alessandrino ed esperto di diritto amministrativo, che tra l’altro è stato anche presidente dell’Ordine degli Avvocati di Casale per non poco tempo.
Il padre e avvocato, ricevuta la notizia sia del rapimento del figlio, sia della relativa richiesta di riscatto di 300 mila euro, nella notte tra giovedì e venerdì, viene purtroppo stroncato da un infarto e muore. Nella vicenda subentra un intermediario misterioso, che si propone per riportare a casa Edoardo Monti.
La trattati per il rilascio dell’insegnante dura un paio di giorni, finchè si arriva all’accordo, che viene trovato su una cifra minore, e cioè sui 200 mila euro di riscatto. La somma viene recapitata ricorrendo ad una ricarica su una carta prepagata, che sempre il “misterioso” intermediario si propone di portare a San Pietroburgo.
Si arriva così lunedì scorso, e Edoardo Monti viene rilasciato, in tempo anche per poter partecipare ai funerali del padre. Oggi è stato interrogato dagli inquirenti nella Procura di Torino. Difatti sono ancora troppi i punti oscuri della vicenda.
Sia la Dda, la polizia russa che la questura di Torino vogliono chiarire alcuni elementi ancora troppo poco chiari, al momento difatti l’unica cosa certa è che la somma del riscatto è stata recapitata ai richiedenti.
Ma non si sa più nulla dei sequestratori, ed è ancora avvolto nel mistero sia l’identità che il ruolo che effettivamente ha avuto l’intermediario che ha messo in contatto la famiglia Monti e i responsabili del sequestro.