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Confronto finale primarie PD, le risposte di Bersani

Confronto finale primarie PD, le risposte di Bersani

In uno scenario che ha ricordato molto quello delle grandi sfide televisive dei due candidati alla Casa Bianca, ieri sera negli studi del Nomentano ha avuto luogo il confronto finale tra i due reduci dalle primarie del PD di domenica scorsa e che se la vedranno domenica prossima al ballottaggio. Parliamo dell’attuale segretario del PD Pierluigi Bersani e del sindaco di Firenze Matteo Renzi. A condurre l’approfondimento del Tg 1 la giornalista Monica Maggioni che ha rivolto le domande a cui i due “nemici” hanno ampiamente risposto.

Belle parole da parte di entrambi, ma ben poche le scintille di un dibattito che si è “acceso” solo quando Renzi ha messo in evidenza l’uso eccessivo delle metafore di Bersani a proposito della vicenda Equitalia. La giornalista pone ad oggetto della sua prima domanda il calo drastico dei consumi ed il fatto che gli italiani useranno la tredicesima per pagare le tasse. La Maggioni chiede: “Da dove si parte?” Bersani risponde:

Il risparmio si è assottigliato in questi ultimi cinque anni in cui ci hanno raccontato che tutto andava bene. Si esce dalla crisi con la lotta all’evasione, ma ci vuole anche un giro di solidarietà fiscale, dare un po’ di lavoro, mettere in moto le attività economiche. Far girare un po’ di credito.

Ancora la Maggioni chiede se sia possibile combattere l’evasione. Il Segretario replica:

Si paga molto perché non pagano tutti. Se vogliamo combattere l’evasione, dobbiamo usare meno i contanti, dobbiamo fare un’operazione di armonizzazione europea dei sistemi fiscali.

“Cosa direbbe all’Europa in merito alla crisi?”, domanda la giornalista. Bersani risponde:

Il Continente più forte del mondo è diventato un problema per il mondo. L’austerità non ci porta da nessuna parte, ma siamo tutti sullo stesso treno. Si è sedimentata nell’opinione pubblica europea l’idea che ci si salva da soli. Questi equivoci vanno dipanati, bisogna tornare al progetto comune e alla solidarietà.

Non mancano poi domande rivolte, ad entrambi, sia sulle questioni più urgenti riguardanti lo scenario internazionale e la risoluzione della questione meridionale in Italia, a cui Bersani rispettivamente risponde:

Il punto di fondo è il problema israelo-palestinese. Ci sono due popoli, uno insicuro e l’altro umiliato, che non riescono a parlarsi. L’Europa deve fare la sua parte, gli Usa si sono allontanati. Domani all’Onu si vota sulla richiesta di Abu Mazen. Vedo che nel governo italiano c’è qualche titubanza. Noi dobbiamo votare sì, altrimenti avrà sempre ragione Hamas, non possiamo isolare Abu Mazen.

La destra ha fatto un disastro in questi anni sotto il profilo culturale, ha contrapposto il Sud al Nord ma se hai un problema a un braccio non lo puoi tagliare, devima guarirlo. Dobbiamo tornare a parlare di Sud in chiave nazionale. La mafia è dappertutto. Al Sud occupa il territorio, al Nord  investe: è la più grande industria del Paese.

Confronto finale primarie PD, le risposte di Bersani

Sulla politica industriale da adottare in Italia, Bersani dice la sua:

L’industria in questi anni ha perso 20 punti, occorre tornare alle cose basiche del sistema industriale. Auspico una maggiore presenza dell’azionista pubblico che deve chiedersi, ad esempio, se è proprio il caso di vendere l’Ansaldo in questo momento. E se invece si è in presenza di azionisti privati occorre chiedersi dove si va, quali investimenti si vogliono fare. Cosa vuol fare la Fiat? E così anche nel campo dell’edilizia. Bisogna puntare alle piccole e medie imprese sollecitandole a recuperare il saper fare italiano, abbinato alla qualità e all’alta tecnologia.

Sulla riforma elettorale, il Segretario espone le sue idee su quello che sarebbe il modello giusto da adottarsi:

Io sono per il doppio turno di collegi. Ci fosse quella legge le alleanze le fanno i cittadini, si vedono al secondo turno. Adesso, senza sapere come sarà la legge elettorale, io sto organizzando il campo dei progressisti, abbiamo stretto un patto con Sel e i socialisti e credo che dobbiamo rivolgerci in modo aperto a posizioni di centro, moderate e europeiste che rifiutino revival berlusconiani e populisti, anche di destra e di estrema destra. Sarà un alleanza? Non lo so, credo che valga la pena indagare se è possibile un’intesa.

Sulla scuola, invece:

Io sono per dire che se 16mila giovani non vanno all’università c’è un problema e chi vuol studiare e non può è una ferita alla dignità umana. Miracoli non ne prometto ma mi impegno. La prossima legislatura deve essere costituente dal punto di vista della scuola senza interventi scomposti, senza dare schiaffoni ogni sei mesi. Bisogna mettere il sistema in tranquillità e sicurezza perché la scuola è l’ultima cosa che si può tagliare.

Sul tema dei diritti civili e sulle coppie omosessuali, Bersani è laconico, promettendo, però, come Renzi, una legge contro l’omofobia:

Unioni civili secondo la legge tedesca, che Casini sia d’accordo o meno, così ci capiamo.

L’argomento dei tagli alla Casta vede un Bersani porsi in atteggiamento difensivo rispetto a Renzi:

Siamo riusciti a far passare l’abolizione dei vitalizi per i parlamentari e il dimezzamento del finanziamento pubblico ai partiti. Che cosa possiamo fare di più? Sono per fare una legge sui partiti, sono per rafforzare la legge anti-corruzione. Quanto a vitalizi e pensioni, bisogna studiare un tetto ai cumuli.

L’ultima parte del confronto prevede per Bersani e Renzi risposte brevissime che non possono superare i 30 secondi, fino alla dirittura d’arrivo con tanto di appello finale. Ecco quello di Bersani.

Prometto di guardare l’Italia dal punto di vista di Lucrezia, 4 anni, che per Natale ha chiesto una bambola e lo stipendio della mamma. Ci vuole il cambiamento. Dovunque sono stato ho sempre cercato di cambiare qualcosa. Il nuovo è governare mettendosi all’altezza della vita comune dei cittadini.

 

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