Tempi duri per le famiglie, che si troveranno ad affrontare, secondo uno studio di Unioncamere, un autunno all’insegna dell’aumento dei prezzi nel settore alimentare. In particolare, una serie di cause determinerà l’incremento del costo della carne, specialmente di suino (+22%) e di pollo(+16%), e di mele, pere e patate.
Secondo l’analisi effettuata dall’INDIS, Istituto dell’Unioncamere destinato all’attività di studio e promozione del settore distributivo-commerciale e dei servizi, i rialzi saranno dovuti all’aumento del costo dei mangimi per quanto concerne la carne, mentre la levitazione dei prezzi di frutta e verdura sarà imputabile alla siccità estiva e al terremoto in Emilia Romagna, regione che da sola fornisce un quinto dell’intera produzione italiana.
Nello specifico, i prezzi di pere e patate risentiranno della scarsità d’acqua e delle elevate temperature registrate nelle zone di produzione, mentre diminuirà l’offerta delle mele a causa delle gelate che hanno colpito il Trentino Alto Adige.
Nessun ritocco nei prezzi di uva da tavola, pomodori, cipolle e carote; bene anche le produzioni di cavolfiore e lattuga, che si stanno riprendendo dalla siccità.
Stabili o piuttosto in diminuzione sembrano essere invece i prezzi di olii, formaggi e derivati del latte, circostanza che unita ai minori costi di produzione dell’industria alimentare che si sono registrati tra la fine del 2011 e la prima metà del 2012, potrebbe fungere da calmiere per l’inflazione alimentare che i prezzi dei prodotti andranno a sollecitare nei prossimi mesi.
“L’inflazione corre a una velocità doppia rispetto alla dinamica delle retribuzioni”, ha spiegato il presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello. “Questo sbilanciamento e gli effetti della crisi stanno costringendo le famiglie ad effettuare una spending review della spesa alimentare, fatta di riduzione degli sprechi, ricerca delle promozioni e scelta di prodotti più economici e di tipologie di vendita a minor costo. Questo comportamento inevitabilmente si riflette con effetti negativi sulle attività soprattutto delle piccole e medie imprese fortemente legate al mercato interno”.