Essere donna in Afghanistan è una condanna, una iettatura dalla quale ci sono poche vie di scampo. Una donna non è nemmeno un essere umano, ma considerata semplicemente un oggetto da usare e gettare quando e come si vuole. Da questo paese, infatti, arriva una storia di soprusi e violenze, finita in tragedia. Una ragazza afghana di 28 anni, infatti, è stata uccisa dal marito perché ha partorito un’altra femmina. Una terza gravidanza che aveva dato speranza al marito di poter finalmente avere il desiderato maschio, erede e futuro capo famiglia. L’omicidio è avvenuto in un remoto villaggio di Kunduz, dove Storay ha pagato con la vita per aver messo al mondo un’altra bambina.
L’uomo ha ucciso la moglie mediante strangolamento: ad aiutarlo la madre che ha appoggiato la sua ‘causa’. Questo è quanto riferito dalla polizia che si sta occupando del caso e che ha già arrestato la suocera della vittima. Il marito, al momento, risulta latitante e forse gode della protezione dei miliziani armati. Il capo della polizia di Kunduz, Sufi Habib, ha dichiarato che la presenza dei miliziani complica le ricerche dell’uomo, nonché l’arresto dello stesso. Nadera Geya, responsabile de dipartimento che si occupa di problematiche femminili, ha considerato l’uccisione di Storay come il “peggior esempio di violenza contro le donne mai verificatosi”.
Storay, purtroppo, non è l’unico caso che testimonia i soprusi ai quali ogni ragazza in Afghanistan può incappare: un mese fa, infatti, un’altra giovane è stata ritrovata senza vita dalla polizia, uccisa dai parenti che volevano indurla alla prostituzione. Al suo rifiuto, l’hanno torturata e rinchiusa in un bagno per sei mesi. Una situazione davvero drammatica, sottolineata anche dalle Nazioni Unite, le quali trasmettono un bollettino molto grave: circa un terzo delle donne afghane subiscono violenze fisiche e psicologiche, mentre il 25% sono soggette a stupri, anche da parte di familiari. In Afghanistan, nel solo anno 2011, si sono verificati 1.026 casi di abusi sessuali, mentre nel 2010 2.700. Questi dati fanno riferimento solo alle situazioni effettivamente denunciate.