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Non solo bestemmie nel suo ricordo: l’altra faccia di Germano Mosconi

Non solo bestemmie nel suo ricordo: l’altra faccia di Germano Mosconi

È venuto a mancare alle soglie degli ottant’anni, dopo una lunga malattia, Germano Mosconi. Il giornalista, nato a San Bonifacio, salì alla ribalta nella metà dello scorso decennio grazie alla diffusione di alcuni video su YouTube. Alcuni clip di diversi minuti in cui, a varie riprese, si assiste alla rabbia del veronese trasmessa, spesso e volentieri, con bestemmie di vario genere che, per molti veneti e non solo per lui, rappresentano quasi un intercalare. Ma non tutti sanno che Germano Mosconi non era solo questo.

Gli spezzoni sul web hanno provocato le risate di tante persone e l’indignazione di molti credenti e, inevitabilmente, la morte di Mosconi viene associata da molti come la scomparsa di una sorta di “re delle bestemmie”. È prevedibile che accada, essendo il giornalista diventato famoso a livello nazionale per questo motivo. Sarebbe bello ricordare, però, il lato vero della persona. Non tutti sanno che il giornalista era conosciuto ed è stato premiato – nonostante possa sembrare paradossale, guardando i video – per la sua pacatezza davanti alle telecamere e per la sua professionalità, avendo anche ricevuto, nel 1982, il premio Cesare d’Oro per merito giornalistico. Fu in prima linea a narrare, inoltre, le imprese del Verona dei miracoli che vinse lo scudetto nel 1985 e partecipò successivamente all’allora Coppa dei Campioni.

In seguito al boom dei video su YouTube ci fu chi si espose per lui, come l’ex collega Lorenzo Roata che lo conosceva da vicino. Il giornalista di RaiSport, infatti, sporse denuncia verso ignoti in seguito alla pubblicazione dei video e, davanti alle telecamere, raccontò di come quei clip fossero stati montati ad arte per far sembrare Mosconi come una persona che ha passato la vita a bestemmiare. “Lo hanno messo alla berlina – raccontò Roata – “e gli organizzavano scherzi, come le carte incollate, per farlo infuriare mentre veniva ripreso”.

Neanche lo stesso Mosconi prese bene tutta la vicenda, ma non si espose mai e non fece nessuna polemica. Rifiutò diversi inviti, tra cui quello de Lo Zoo di 105 e continuò, da professionista, a fare il suo lavoro, venendo assunto dalla sua squadra – l’Hellas Verona – come responsabile delle relazioni esterne e comunicazione della società.

Lungi dal voler fare inutili moralismi, anche perché non sarebbe stato conosciuto neanche dal sottoscritto senza i suddetti video, la volontà è quella di ricordare il personaggio Germano Mosconi anche in un altro modo. Sia per chi si è fatto una risata guardando i suoi video, sia per chi è più credente ed intollerante e non ha un buon ricordo di lui.

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