Francesco Schettino sembra non essere l’unico responsabile della tragedia del 13 gennaio nei pressi dell’Isola del Giglio. Anche i vertici della Costa Crociere potrebbero presto finire nel registro degli indagati della Procura di Grosseto. Molte le situazioni da valutare: chi ha deciso il passaggio così ravvicinato all’isola toscana da parte della Costa Concordia? Perché non è stato chiesto soccorso immediatamente dopo l’impatto con la roccia? Perché il personale era totalmente impreparato a gestire l’emergenza?
Durissime le parole di Beniamino Deidda, Procuratore generale della Toscana. “La magistratura – afferma – cerca i nessi causali degli eventi. Per ora l’attenzione generale si è concentrata sulle colpe del comandante, che si è rivelato tragicamente inadeguato. Ma chi lo sceglie il comandante?” Già, come Francesco Schettino è potuto arrivare a quel livello di responsabilità? La compagnia ha sostenuto più volte che l’uomo ha superato tutti i test necessari a svolgere la professione. Certo, se l’esito è questo, forse qualcosa andrebbe rivista, per ciò che riguarda le modalità di selezione.
Per Deidda nella nave c’era assoluta mancanza di sicurezza. La gente a bordo non sapeva cosa fare dopo l’impatto, né aveva avuto istruzioni prima: “Non tutte le carenze di sicurezza possono farsi risalire alla condotta del comandante – ha detto il Procuratore generale. – Per questo l’inchiesta non potrà escludere alcun fronte”. Tradotto: i vertici della Costa Crociere tremano.