Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano si è presentato davanti alle Camere riunite per il discorso di insediamento del suo secondo settennato, discorso che è stato interrotto più volte dagli applausi, nonostante il capo dello Stato non abbia risparmiato stoccate alle forze politiche. Napolitano ha ringraziato di essere stato eletto, pur ammettendo che si tratta di un impegno gravoso, data anche l’età avanzata: “Non prevedevo la rielezione, è un fatto legittimo ma eccezionale. Bisognava offrire al mondo un’immagine di fiducia e di coesione nazionale. Per questo non potevo declinare, ero preoccupato per le sorti del Paese” ha affermato.
Poi, però, ha strigliato i partiti, perchè, alla richiesta di riforme, “non si sono date soluzioni soddisacenti“, ma hanno prevalso “contrapposizioni, lentezze, esitazioni circa le scelte da compiere, calcoli di convenienza, tatticismi e strumentalismi“, e quando i parlamentari hanno appluadito, li ha ammoniti a non lasciarsi andare ad “alcuna autoindulgenza“. Per il capo dello Stato, inoltre, rimane “imperdonabile la mancata riforma della legge elettorale” e “la mancata riforma della seconda parte della Costituzione“. Dal presidente della Repubblica è arrivata anche un’implicita critica all’informazione, poichè, ha affermato, “insoddisfazione e protesta sono state alimentate anche da campagne d’opinione demolitarie“.
Per Napolitano, adesso bisogna comunque lavorare alla formazione del governo, prendendo come riferimento le indicazioni dei “saggi“, che sono “documenti di cui non si può negare, se non per gusto di polemica intellettuale, la serietà e la concretezza“, ma tale esecutivo dovrà essere basato necessariamente sulle larghe intese:
“Non si possono non fare i conti con i risultati complessivi delle elezioni. Essi indicano tassativamente la necessità di intese tra forze diverse per far nascere e per far vivere un governo oggi in Italia, non trascurando, su un altro piano, l’esigenza di intese più ampie, e cioè anche tra maggioranza e opposizione, per dare soluzioni condivise a problemi di comune responsabilità istituzionale”
ha affermato. Il presidente della Repubblica si è rivolto inoltre al Movimento 5 Stelle, apprezzandone l’impegno per il cambiamento e indicandone la direzione da intraprendere, che è quella di una “feconda, anche se aspra, dialettica democratica e non quella, avventurosa e deviante, della contrapposizione tra piazza, rete e Parlamento“. I “grillini”, durante il discorso di Napolitano, si sono alzati in piedi, ma non hanno mai applaudito il presidente. Inizieranno già martedì mattina, con il presidente del Senato Pietro Grasso e la presidente della Camera Laura Boldrini, le consultazioni al Quirinale per il governo: il capo dello Stato vuole arrivare alla formazione del nuovo esecutivo entro la fine della settimana.