Il nuovo presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha prestato questa mattina nell’aula di Montecitorio il giuramento di fedeltà alla Repubblica e alla Costituzione e ha pronunciato il suo primo discorso al Paese, durato quasi 35 minuti e intervallato da 42 applausi dei parlamentari. Mattarella ha dapprima ringraziato i suoi predecessori al Quirinale, Carlo Azeglio Ciampi e Giorgio Napolitano, ha spiegato di voler “rappresentare l’unità nazionale” e che “l’impegno di tutti è a superare le difficoltà degli italiani“, e ha poi rimarcato “l’urgenza delle riforme istituzionali e economiche“, garantendo che lui sarà “un arbitro imparziale, ma bisogna che i giocatori mi aiutino”. Il capo dello Stato si è quindi soffermato sulla situazione economica e sulla crisi, che, ha detto, “ha inferto ferite e prodotto emarginazione ed esclusione“, ha parlato della disoccupazione, in particolare quella giovanile e nel Meridione, ha spiegato che per uscire dalla crisi è necessaria “una robusta iniziativa di crescita”, e ha detto che occorre “dare al Paese un orizzonte di speranza”.
Quindi ha evidenziato come un “elemento di novità e cambiamento” la presenza di tanti giovani e donne in Parlamento, ricordando che occorre “riaccostare gli italiani alle istituzioni“, e garantire la Costituzione, assicurando “il diritto allo studio dei nostri ragazzi in una scuola moderna in ambienti sicuri“. Mattarella ha poi sottolineato la necessità della lotta alla corruzione, che “ha raggiunto livello inaccettabile“, citando a tal proposito Papa Francesco e i suoi moniti contro i corrotti, e della lotta alle mafie, che ha definito “un cancro pervasivo che distrugge speranze, impone gioghi e sopraffazioni, calpesta diritti“, e ha ricordato i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, venendo lungamente applaudito.
Il presidente della Repubblica ha poi fatto riferimento al terrorismo internazionale, affermando che “per minacce globali servono risposte globali“, e ha ricordato la morte di Stefano Gaj Tachè, il bambino di due anni ucciso nella sinagoga di Roma il 9 ottobre 1982 da un commando palestinese, alla cui memoria l’aula ha tributato un lungo applauso. Il capo dello Stato ha auspicato che l’Unione Europea aiuti l’Italia nel fronteggiare l'”emergenza umanitaria” dell’immigrazione, ha rivolto un pensiero agli italiani rapiti, padre Paolo Dall’Oglio, Giovanni Lo Porto e Ignazio Scaravilli, e assicurato il massimo sforzo per riportare a casa i due marò, Salvatore Latorre e Massimiliano Girone. Al termine del suo discorso, Mattarella è stato applaudito per più di tre minuti, con tutti i parlamentari in piedi, compresi quelli del Movimento 5 Stelle, che però non hanno applaudito.
Il presidente della Repubblica ha quindi ricevuto gli onori militari in piazza Montecitorio, e si è recato prima all’Altare della Patria, dove ha deposto una corona al sacello del Milite Ignoto, e poi al Quirinale, dove ha avuto un colloquio con il presidente emerito Giorgio Napolitano, che gli ha consegnato l’onorificenza di Cavaliere di Gran Croce con il Cordone. Si è svolta quindi una breve cerimonia di insediamento, con il passaggio di consegne tra il presidente facente funzioni, Pietro Grasso, e il nuovo capo dello Stato. Erano presenti alla cerimonia di insediamento i leader dei diversi partiti, compreso quello di Forza Italia, Silvio Berlusconi, mentre il leader del Movimento 5 Stelle Beppe Grillo ha declinato l’invito, pubblicando però sul suo blog una lettera con nove “auguri“, o, meglio, esortazioni al nuovo presidente della Repubblica, la prima delle quali è di “tutelare la Costituzione italiana”.