Drammatica vicenda quella della quale ci giunge notizia dall‘India e che pone l’attenzione sul traffico di esseri umani esistente nel paese asiatico, in particolar modo quello relativo alle ragazze destinate ad essere avviate alla prostituzione. Una donna, una madre, è stata arrestata con l’accusa di aver venduto la figlia di 11 anni per 650mila rupie, pari a circa 9mila euro. Facile immaginare che tale fenomeno tragga corigine nella miseria delle famiglie indiane, soprattutto in quelle che popolano la parte settentrionale del paese.
La madre protagonista della triste storia è una vedova appartenente a una comunità tribale dello stato nord occidentale del Rajasthan e sembra che sia stata costretta a vendere la figlia per pagare una multa imposta dall’amministrazione locale del villaggio. Già in precedenza, la donna aveva venduto la ragazzina ad una coppia, salvo poi riprendersela forse perché non soddisfatta economicamente dall’accordo che era stato raggiunto.
La vicenda è saltata fuori quando la ragazzina è riuscita a sfuggire dalla grinfie dei suoi nuovi padroni che l’avevano portata a Mumbai. Una volta entrati in un ristorante locale l’11enne si è poi dileguata chiedendo il tempestivo intervento della polizia. Uno speciale team delle forze dell’ordine che si occupa proprio di tali fenomeni ha arrestato anche la sopraddetta coppia. Nella comunità dei Banjara, a cui appartiene la donna, la pratica di vendere le ragazze destinate ai dance bar è piuttosto comune, tanto che il panchayat (amministrazione) locale stabilisce sanzioni per accordi di compravendita non rispettati.