I neoeletti parlamentari del Movimento Cinque Stelle si sono ritrovati oggi a Roma, all‘Hotel Sant John, per conoscersi e per decidere che fare. Il luogo del vertice è stato tenuto segreto fino all’ultimo per evitare i giornalisti, che comunque hanno potuto assistere alla prima parte della riunione nella saletta riservata: i neoparlamentari erano seduti in circolo, e a moderare il dibattito vi erano due esponenti romani del Movimento. Oggi non hanno partecipato il leader Beppe Grillo e il “guru” Gianroberto Casaleggio, che dovrebbero invece essere presenti domani.
Ogni partecipante si presentava e dava la sua opinione sul tema in discussione, ovverosia come strutturare la comunicazione interna, mentre per quel che riguarda la comunicazione esterna si deciderà domani con “lo staff“, ovverosia, appunto, Grillo e Casaleggio. Un neoletto ha suggerito: “La linea comunicativa da tenere all’esterno ci verrà data domani, oggi non ne parliamo. I giornalisti prendeteli per il culo come ho fatto io oggi, divertitevi… Tanto la nostra notorietà durerà 15 giorni, poi i parlamentari normali non se li fila più nessuno, non sono come i ministri: Scilipoti lo conoscevano tutti solo perchè ha tradito…”
In mattinata il M5S di Roma aveva invece dato vita ad un “happening” a Montecitorio, per “conoscere il luogo che tornerà finalmente ad essere familiare ai loro reali proprietari: i cittadini italiani”, avevano spiegato nel lanciare l’iniziativa sul web. Diverse centinaia di persone si sono messe in fila per entrare alla Camera, tre-quattro volte più del solito. Ma oggi il leader del Movimento Cinque Stelle Beppe Grillo ha scritto un post sul suo blog per condannare il divieto di vincolo di mandato per i parlamentari, previsto dall”art.67 della Costituzione. Per il comico genovese, si tratta di “circonvenzione di incapace“, e, in tal modo, una volta ottenuto il seggio, “l’eletto può fare, usando un eufemismo, il cazzo che gli pare senza rispondere a nessuno”.
Infatti, ha spiegato, “l’elettore, al momento del voto, crede in buona fede alle dichiarazioni di Tizio o Caio, di Scilipoti o De Gregorio”, ma, ha aggiunto, malgrado il voto sia “un contratto tra elettore ed eletto ed è più importante di un contratto commerciale“, viene considerato “del tutto legittimo il cambio in corsa di idee, opinioni, partiti“. Senza vincolo di mandato, per Grillo, “per cinque anni il parlamentare vive così in un Eden“, mentre invece chi cambia casacca dovrebbe rischiare di essere “cacciato a calci dalla Camera e dal Senato“.