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L’Urlo di Munch, il nome del miliardario acquirente è Leon Black

L’Urlo di Munch, il nome del miliardario acquirente è Leon Black

E’ il miliardario newyorkese Leon Black il misterioso acquirente che due mesi fa si è aggiudicato all’asta una delle quattro versioni de “L’Urlo”, il più celebre capolavoro di Edvard Munch. Come rivelato dal Wall Street Journal, il sessantunenne uomo d’affari, fondatore della società di private equity Apollo Global Management, ha comprato il quadro per 120 milioni di dollari tramite la casa d’asta Sotheby’s, con sede a Manhattan.

L’opera, ritratta da Munch tra il 1893 e il 1910 insieme ad altre tre tele dallo stesso titolo, è però l’unica realizzata con la tecnica del pastello, a differenza delle altre dipinte ad olio, attualmente conservate in Norvegia, Paese d’origine del pittore.
Black, che staziona al 330° posto nell’elenco dei miliardari stilato da Forbes, non ha ancora reso note le proprie intenzioni riguardo l’esposizione dell’Urlo: il miliardario è infatti nel consiglio di amministrazione del MoMa (acronimo che sta per Museum of Modern Art ) e del Metropolitan Museum di New York, tuttavia ancora non si sa se il capolavoro, acquistato per una delle somme più alte mai raggiunte all’asta rispetto alle altre opere d’arte, verrà esposto in una delle due istituzioni per il grande pubblico o se entrerà invece a far parte della sua collezione privata.

Effettivamente ci sarebbe un piccolo dettaglio che farebbe propendere per la seconda ipotesi, un particolare del passato di Leon Black riguardante la sorte del padre, morto suicida nel 1975, essendo stato accusato di avere corrotto il dittatore honduregno Arellano.
L’Urlo di Munch riflette l’angoscia e lo smarrimento dell’animo umano che emergono all’improvviso e irrompono nella vita quotidiana dell’uomo. La drammaticità della scena ritratta, quel viso stravolto in un teschio urlante, il terrore che sembra modificare e deformare l’intero paesaggio, ad eccezione della strada, unico punto saldo, raccontano allo stesso tempo della tragedia degli esseri umani, insignificanti e indifesi davanti alla Natura, e delle storie di tanti uomini disperati, che si recavano al ponte di Oslo per togliersi la vita, lanciandosi nel vuoto, così come nel 1975 il padre di Leon Black si era lanciato dal 44° piano del grattacielo Pan Am.
Ora starà al miliardario newyorkese decidere se tenere per sé il dipinto o fare in modo che tutti possano goderne, concedendone l’esposizione in uno dei due musei di cui è amministratore.

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