Sarebbe ad una svolta il caso del piccolo Andrea Loris Stival, il bambino di otto anni ucciso una decina di giorni fa a Santa Croce Camerina, in provincia di Ragusa. Ieri sera intorno a mezzanotte, infatti, dopo sei ore di interrogatorio, la procura di Ragusa ha emesso un provvedimento di fermo nei confronti di Veronica Panarello, la madre di Loris, con le accuse di omicidio volontario, aggravato dal legame di parentela, e occultamento di cadavere del bambino. Sarebbe stata lei, secondo gli inquirenti, ad uccidere il piccolo strangolandolo con una fascetta da elettricista e a gettarne il corpo nel canalone in contrada Mulino Vecchio, a neanche due chilometri dal centro del paese. Gli investigatori hanno quindi escluso, per ora, il coinvolgimento di un complice, anche se il movente rimane oscuro.
Durante l’interrogatorio, la donna si era difesa dicendo: “Non l’ho ucciso io, lui era il mio bambino“. Veronica è stata portata in una camera di sicurezza della questura di Ragusa, dove ha trascorso una notte agitata, e questa mattina alle 10.30 è iniziato un nuovo interrogatorio, durato cinque ore, dinanzi al procuratore Carmelo Petralia e al sostituto procuratore Marco Rota e in presenza del suo difensore Francesco Villardita. La mamma di Loris inizialmente si è avvalsa della facoltà di non rispondere, poi avrebbe cominciato a parlare, respingendo le accuse e ribadendo la sua versione dei fatti. Gli esperti della Polizia Scientifica hanno inoltre prelevato del Dna della donna per confrontarlo con altri campioni prelevati nel corso delle indagini. Veronica Panarello è stata poi trasferita nella sezione femminile del carcere di Piazza Lanza a Catania.
Diversi, per gli inquirenti, gli elementi contradditori nel racconto della donna. Innanzitutto, ella aveva detto di aver accompagnato Loris a scuola, mentre una telecamera riprende il bambino tornare a casa, e aveva riferito di essere arrivata con l’auto nei pressi della Falcone e Borsellino, ma ben quattro telecamere non hanno ripreso la sua Polo nera passare di lì nell’orario indicato. Gli investigatori, attraverso ulteriori analisi dei video, sono poi giunti alla conclusione che sarebbe proprio l’auto della mamma di Loris quella ripresa, proprio la mattina del 29 novembre, dalla telecamera dell’azienda agricola all’ingresso della strada che conduce al Mulino Vecchio, dove è stato ritrovato il cadavere del bambino.
Resta infine da capire perché lunedì scorso la donna abbia consegnato alle due maestre del figlio, che erano andate a casa sua per porgere le condoglianze, un mazzo di fascette di plastica da elettricista, risultate poi compatibili con quelle con cui è stato strangolato il bambino, spiegando che il figlio le aveva detto che sarebbero servite per dei lavoretti a scuola. Le maestre, sorprese, hanno detto però di non aver mai chiesto agli alunni di portare oggetti così pericolosi a scuola. Secondo alcuni, potrebbe trattarsi di una specie di messaggio che la donna avrebbe voluto mandare. Intanto il marito di Veronica, Davide Stival, che inizialmente difendeva a spada tratta la moglie, ieri sera ha detto agli investigatori: “Se è stata davvero lei mi cade il mondo addosso, non ci posso credere…” Pina Stival, la nonna di Loris, ha affermato invece: “Chiunque sia stato non lo perdono, anche se è stata lei…”