Lele Mora rimane in carcere. A deciderlo i giudici del Tribunale del Riesame di Milano, che gli hanno negato gli arresti domiciliari. Il noto agente dei Vip a novembre ha patteggiato 4 anni e 3 mesi per la bancarotta della sua società Lm, fallita nel giugno del 2010 con un buco di circa 8,5 milioni di euro. Mora è stato poi accusato di aver trasferito soldi in Svizzera, di inquinamento probatorio e di aver continuato le attività malgrado il suo fallimento personale e quello di un’altra sua società, la “Diana“.Dunque, per il momento, ai legali di Mora restano solo due possibilità di vedere il loro assistito fuori dalle mura del carcere di Opera (Mi). O attendere la perizia disposta d’ufficio dal gip di Milano Elisabetta Meyer, che potrebbe stabilire l’incompatibilità dell’ex agente con il regime carcerario, o fare ricorso in Cassazione.
Pochi giorni fa Mora ha tentato il suicidio, cercando di soffocarsi con dei cerotti, tappandosi così naso e bocca. In virtù di ciò nei giorni scorsi, uno degli avvocati di Mora, Luca Giuliante ha depositato alla cancelleria del gip una breve relazione disposta dal consulente di parte, secondo cui “le modalità di attuazione del tentativo di suicidio del giorno 30 dicembre 2011 sembrano riferibili ad una prima osservazione superficiale ad un gesto autolesivo dimostrativo ma al contrario rappresenta un importante campanello di allarme per il rischio futuro di attuazione di gesti autolesivi ben più gravi secondo una progettualità di morte”.