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Lega Nord, Maroni: “Potremmo non candidarci per il Parlamento”

Lega Nord, Maroni: “Potremmo non candidarci per il Parlamento”

“Lontani da Roma. Più presenti in Padania”. Lo slogan è vecchio, ma efficace, ed è tornato d’attualità nei giorni scorsi. Roberto Maroni ha deciso di rispolverarlo in seguito ai risultati delle elezioni amministrative che hanno segnato uno dei peggiori tracolli elettorali della Lega che, secondo i dati dell’Istituto Carlo Cattaneo, avrebbe perso oltre il 50% dei voti. Maroni, a Cesena per il congresso “nazionale” della Lega in Emilia, nel quale Gianluca Pini è stato eletto segretario della Lega Nord Romagna con oltre il 90% dei voti, ha ricordato che la preoccupazione principale dei partiti è quella di essere presente in Parlamento. Così invece, secondo l’ex ministro degli Interni, non è per la Lega, da sempre più attenta al territorio.

Maroni, infatti, non ha per nulla escluso la possibilità che al consiglio federale della Lega possa passare la proposta di non candidarsi al Parlamento di Roma,  ma dedicarsi solo al Governo della Padania, essendo “tutto il resto un mezzo e non il fine”. Il tutto in vista della campagna elettorale per le politiche e dell’aspirazione di Maroni, che sembrerebbe voler essere quella di diventare segretario di tutto il Partito, nell’attesa che Umberto Bossi, dopo gli scandali che hanno investito la sua famiglia, abbandoni definitivamente l’idea di ricandidarsi. In ogni caso Maroni, per il momento, sembra scegliere la via della diplomazia, in attesa delle dichiarazioni del Senatur al consiglio federale e delle asserzioni di Borghezio, che sembra voler scendere in campo nel caso in cui non fosse dato spazio alle istanze garantiste.

Maroni preferisce parlare del Governo Monti, della Magistratura delle alleanze. Per il resto, bisogna solo attendere:

Su temi come l’immigrazione, gli sbarchi, la lotta alla mafia, sento questo governo balbettare e per questo chiediamo che sia sostituito da un governo che abbia potere popolare per produrre misure anche impopolari. La Grecia è un monito: il governo Monti deve andare a casa e ci devono essere elezioni in autunno…Noi abbiamo sempre mostrato e offerto una leale collaborazione alla magistratura, però chiediamo tempi rapidi e una altrettanto leale collaborazione, che non abbiamo verificato da parte di alcune procure…Se entro il mese di luglio il Pdl decidesse di togliere il sostegno al Governo Monti e andare al voto in autunno, allora ci possiamo pensare. Ma mi pare un periodo ipotetico di terzo tipo, ovvero dell’irrealtà.

 

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