Sebbene sembrava non rappresentassero nulla di eccezionale, le due sonde Ebb e Flow, lanciate dalla NASA nel settembre 2011, hanno invece compiuto un’importantissima missione. Le sonde, infatti, hanno disegnato una nuova mappa gravitazionale della Luna che dovrebbe aiutare a capire meglio il funzionamento del nostro satellite e quello che è stato il suo passato. Ieri sera, però, le sonde sono rimaste senza carburante e la NASA ha dato, pertanto, loro ordine di schiantarsi sul fianco di un monte nel Polo Nord della Luna. Gli ultimi minuti di vita delle sonde sono state anch’esse molto importanti, in quanto hanno consentito di valutare l’esatto dispendio di carburante compiuto dalle sonde, al fine di calcolare quanto ne sarà necessario per le future missioni, ammesso che ci saranno, ovviamente.
Flusso e Riflusso (questi i nomi italiani delle due sonde), hanno ricevuto il loro nome dopo un sondaggio fra i bambini delle scuole americane. La missione, ideata dalla NASA, è stata portata a termine dal Jet Propulsion Laboratory di Pasadena. Lo schianto delle due sonde è avvenuto nel lato in ombra della Luna, pertanto non è stato visibile ad occhio nudo. Tuttavia, la sonda orbitante LRO (Lunar Reconnaissance Orbiter) passerà sul luogo dell’impatto, rimandando le immagini alla Terra. L’LRO ha, anch’esso, un importante compito: studiare la superficie lunare per stabilire quale sia il luogo più adatto per una missione umana.
Il direttore del progetto David Lehman ha dichiarato: “La mappatura gravitazionale del satellite ci sta aiutando a capire molto meglio come la Luna si sia formata. E gli ultimi minuti ci hanno fornito dati importantissimi per programmare futuri allunaggi”.
Il luogo dell’impatto do Ebb e Flow è stato scelto ad hoc, per evitare di andare in qualche modo ad intaccare quei luoghi storici del nostro satellite, luoghi cioé dove l’uomo o altre sonde nel corso del tempo si sono allunate. Basta pensare a tutta la serie degli Apollo. “La Nasa ha una precisa politica di evitare tutti i luoghi storici e per questo abbiamo scelto quell’area del Polo Nord”, ha detto Lehman, che ha poi aggiunto: “I nostri gemelli orbitanti ci mancheranno. Ma ci hanno lasciato talmente tante informazioni, che abbiamo da studiare per anni”.