Tre importanti artiste giapponesi hanno condiviso in questa settimana la loro attività scultorea con gli studenti della Scuola di Scultura dell’Accademia di Belle Arti di Napoli.
I workshop, che si sono tenuti nei laboratori della Scuola di Scultura, si concludono oggi e hanno portato alla creazione di site specific che saranno inaugurate domani, sabato 29 ottobre, al Parco Archeologico di Cuma e al Tempio di Serapide di Pozzuoli. Le opere saranno fruibili dal 30 ottobre al 29 novembre 2022.
Le tre artiste Noriko Ambe, Yoshiko Shimada e Aoki Noe, invitate a Napoli dalla Scuola di Scultura, mi raccontano che non è la loro prima volta in Italia, in passato – ognuna in momenti diversi – hanno visitato altre città italiane. Affascinate dalla storia e dalle bellezze che il nostro Paese offre, sono tutte felici di essere qui.
Le opere delle tre artiste, famose in ambito internazionale, sono caratterizzate da differenti tecniche e materiali. Noriko Ambe taglia la carta a mano libera creando elaborate forme tridimensionali elegantemente fluenti. Yoshiko Shimada è una performer di grande esperienza che analizza la storia recente trasportandola nella sua arte. Aoki Noe ha all’attivo oltre quarant’anni di attività nella lavorazione della scultura in ferro.
L’opera che Noriko Ambe ha realizzato durante il workshop e sarà installata nel Parco archeologico di Cuma, vede l’utilizzo della carta che andrà a creare una connessione con il vento. “Come se le parole della Sibilla Cumana – mi dice – venissero portate a noi attraverso il suono che viene fuori dall’unione tra carta e vento, tra carta e natura”.
Yoshiko Shimada spiega come sarà la sua performance: “Chiederò agli studenti e alle persone di Napoli di immaginare come sarà il mondo dopo il Covid. Queste profezie verranno scritte su foglie e su un tessuto rosa che avvolgeranno degli studenti, che saranno solo donne, le quali nel Parco Archeologico di Cuma si trasformeranno in sculture viventi. Come tante Sibille umane che si affacciano sulle rovine di Cuma. Tante profezie daranno vita ad una sola grande profezia”.
Nel Tempio di Serapide a Pozzuoli verrà collocata l’opera di Aoki Noe. “Ho scoperto che questo Tempio – afferma l’artista – è un antico mercato pubblico e questo per me è molto interessante. Coinvolgerò gli studenti nel pensare in che modo il mercato e la dea Serapide siano collegati, se esiste una correlazione tra i due”.
L’interazione delle artiste Ambe, Shimada e Noe con gli studenti è considerata di grande importanza dalla Professoressa Rosaria Iazzetta, artista, docente di Scultura all’Accademia di Belle Arti di Napoli e coordinatore della Scuola di Scultura.
“L’importanza di avere a Napoli tre artiste di grandissimo rilievo in ambito internazionale – evidenzia Rosaria Iazzetta -, ma soprattutto in terra giapponese, è di poter dimostrare agli studenti la capacità di quello che non viene percepito all’esterno rispetto ad un territorio come il Giappone. Quello che conosciamo di questi territori è completamente diverso da quella che è la realtà. Noriko Ambe, Yoshiko Shimada e Aoki Noe sono tre protagoniste dell’arte contemporanea che a modo loro hanno costruito la propria identità creativa e per gli studenti ci sono dei fattori che secondo me sono molto significativi”.
“Il primo fattore in assoluto – prosegue – è il fatto che tre artiste abbiano una modalità così diversa di rappresentarsi: una con la carta, una attraverso il ferro e un’altra con la performance, pur parlando di contesti che in qualche modo hanno a che fare con la natura, la natura umana o la natura vegetale, oppure che hanno un riferimento che è radicato ad una storia del loro Paese o della loro appartenenza identitaria. Questo è importante e secondo me è un buonissimo modello ispirativo per capire quanto l’interazione con lo spazio in queste tre artiste sia completamente diversa, pur appartenendo ad una stessa base culturale”.
“Il secondo fattore importante in questo momento – osserva – è anche attenzionare al lavoro e alla dedizione la capacità manuale di artiste che sono donne ma che soprattutto in qualche modo in quarant’anni della loro vita hanno sempre sostenuto l’importanza della scultura. Oggi si vive ancora dei retaggi culturali, c’è chi propone di abolire il linguaggio della scultura, il linguaggio singolo ma cerca di accorparlo a qualche altra cosa e dall’altro lato c’è anche la complessità di pensare che certi manufatti scultorei devono essere realizzati con delle mani di uomini, questo non vuol dire che c’è un’intenzione femminista ma c’è una attenzione paritaria. Vuol dire che nei nostri Dipartimenti non esiste una questione di genere e che la scultura è una questione interdisciplinare che appartiene a tutti, perché rientra nell’ambito della creatività ma intanto ha un linguaggio proprio”.
“Il terzo fattore – conclude la prof.ssa Rosaria Iazzetta – è che gli studenti quando si confrontano con delle realtà completamente diverse affrontano varie tematiche. La prima tematica è la differenza culturale; la seconda è il linguaggio e quindi il processo di comunicare e l’arte sovrasta queste difficoltà perché ci si parla attraverso le forme, i contenuti e la sostanza creativa. La terza tematica è che imparare ad emulare le strategie, lo stato, le convinzioni di chi è già affermato nell’ambito dell’arte contemporanea diventa uno sprone esplicativo per ragazzi che stanno lavorando per diventare un giorno quelli che sono i loro modelli di confronto in questo momento”.
Dal punto di vista linguistico, la mia comunicazione con le artiste è stata facilitata da Simone Maugeri studente del corso di Laurea in Lingue e Culture Asia-Africa, Andrea Ferrara e Pierangelo Monaco del corso di Laurea in Letterature e Culture Comparate.
Il progetto innovativo “Magma Vivo nell’arte contemporanea giapponese” è stato proposto dall’Accademia di Belle Arti di Napoli e realizzato con la collaborazione dell’Università di Napoli L’Orientale, l’ISMEO – Associazione Internazionale di Studi sul Mediterraneo e l’Oriente, il Parco Archeologico dei Campi flegrei, il MANN e l’Altro Giappone.
Clara Salpietro