Un litigio in famiglia, un momento di sconforto, una piccola leggerezza: basta poco per rovinarsi la vita per sempre. E’ quanto accaduto a una donna di 35 anni di Portogruaro, madre di due bambini, che sabato notte è stata ripetutamente violentata da un uomo appena conosciuto.
E’ sera e la donna, dopo aver discusso col marito, esce di casa e decide di raggiungere Mestre.
“Poco dopo le 22 – racconterà in seguito – vengo avvicinata da un uomo, distinto, ben vestito, educato, di origine romena. La scusa era di chiedermi una sigaretta. Mi suggerisce di continuare la chiacchierata a Venezia“.
La donna si sente sola e quell’uomo gentile che le dimostra attenzione e disponibilità all’ascolto riesce in breve a conquistarsi la sua fiducia, così prendono insieme il bus che li lascia a piazzale Roma e lì, nella rimessa delle bici, restano a chiacchierare per ore, finché, verso le 3 del mattino, quando ormai non si vede più nessuno in giro, l’uomo cambia bruscamente atteggiamento.
“A quel punto – riferisce la vittima – si scatena la sua furia. Mi dice: scommettiamo che adesso fai quello che voglio io? Estrae un taglierino e me lo punta alla gola”.
Scatta la violenza sessuale, che si ripete per ben tre volte, prima che l’uomo stesso decida che sia l’ora di tornare a Mestre e si avvii portando con sé la donna.
Durante il ritorno, vedendo una volante della polizia, l’aggressore minaccia la donna di “non fare cavolate”, altrimenti l’avrebbe ammazzata.
“Ora vivo nel terrore. E ho paura che colpisca anche altre donne”, spiega la donna, che ha deciso di raccontare tutto “per mettere in guardia altre donne e perché non è giusto che chi commette reati di questa gravità possa girare liberamente”.
Esiste comunque la speranza che l’aggressore venga presto identificato dalle forze dell’ordine perché la trentacinquenne, approfittando di un momento di distrazione dell’uomo, è riuscita a memorizzare il suo numero sul proprio telefonino.