La Lega aveva già annunciato che la scelta di Berlusconi di mettersi a sostenere un governo tecnico avrebbe segnato la fine della loro alleanza, ma fino ad adesso le sporadiche affermazione dei membri del partito padano non avevano convinto. A quanto pare è stato necessario lo scontro sulla manovra perché questa rottura prendesse definitivamente corpo in un emendamento sostenuto dalla Lega che chiede che l’assegnazione delle frequenze digitali non sia gratuita.
Il provvedimento in se era stato già sostenuto diverse volte nel corso della legislatura di Berlusconi, ma a proporlo erano stati i parlamentari dell’opposizione di sinistra, mentre la Lega aveva come al solito dato il suo benestare al governo per evitare che la misura venisse approvata. La presentazione di questo emendamento è un segno evidente che ormai la scissione è avvenuta e se sia possibile ricucirla in occasione delle prossime elezioni è difficile prevederlo.
Come al solito la Lega dimostra il suo opportunismo parlamentare, per cui il suo voto non è dettato da una reale preoccupazione per le necessità del paese e dei suoi cittadini, ma per l’opportunità politica del momento. Alcuni ritengono che l’emendamento verrà ritirato ed altro non è che l’ennesima tirata di orecchio che Bossi invia a Berlusconi per fargli capire che se vuole riavere il suo alleato alla fine del governo tecnico dovrà offrire qualcosa di concreto.
Questo qualcosa molti già temono di doverlo scoprire, per cui anche nell’improbabile ipotesi di un nuovo governo Pdl–Lega dopo la legislatura di Monti (ipotesi difficile visto il recente calo di popolarità che ha portato alle dimissioni Berlusconi) ci si chiede se il partito padano non riesca a farsi promettere le disgustose modifiche all’articolo 1 della costituzione proposte in occasione della formazione del parlamento padano.
Bossi non ha voluto commentare sull’emendamento, invece Calderoli è stato molto asciutto nel dire che “in passato non abbiamo voluto questa norma perché lo stato non ne aveva la necessità, ora che bisogna difendere le pensioni e le tasche dei cittadini abbiamo rispolverato questa misura.”