La crisi si fa sentire anche oltre oceano. Infatti anche un altro mito dell’economia, e non solo, americano sta per tramontare. Infatti, la Kodak, lo storico colosso statunitense sta per dichiarare bancarotta. A diffondere la notizia è il Wall Street Journal, che da diversi mesi ormai dedica ampio spazio alla difficile situazione finanziaria del gruppo americano.
Il quotidiano, sostiene che ormai già da diverso tempo la Kodak sta preparando i documenti per dichiarare il fallimento. Bisogna però fare un distinguo, difatti degli Stati Uniti la bancarotta non ha la stessa valenza che ha nel vecchio continente. Difatti, nell’ economia americana c’è la bancarotta protetta dal cosidetto “Chapter 11”. Questo è una sorta di garanzia, in pratica le aziende vanno in amministrazione controllata per poi potersi riorganizzare e riprendere, se vi sono i presupposti economici, l’attività. Secondo indiscrezioni, i legali del gruppo americano potrebbero presentare la richiesta per la bancarotta addirittura già nelle prossime settimane.
Comunque, la notizia era già nell’aria da diverso tempo. La Kodak, infatti, negli ultimi tempi ha visto sempre più crescere le sue perdite. Non è riuscita mai veramente ad adeguarsi alle evoluzioni teconlogiche del mercato digitale della fotografia, che per ironia della sorte nacque proprio oltre 30 anni fà proprio grazie a lei.
Il gruppo americano infatti a metà degli anni ’70 brevettò la fotocamera digitale. Dagli anni ’80 in poi aveva anche diversificato la sua attività, concentrandosi anche sulla produzione di apparati diagnostici medici e nella produzione di prodotti chimici, visto l’incalzare della crisi del mercato delle pellicole. Purtroppo, anche l’ingegnosità dei suoi consulenti non ha sortito nessun effetto.
Infatti, il colosso americano, ha provato anche con un ultimo tentativo a risollevarsi, valutando la messa sul mercato dei suoi 1.100 brevetti, ma nessun compratore è sembrato interessato all’offerta. I numeri parlano chiaro, la Kodak negli ultimi 5 anni ha perso in borsa addirittura il 97% del suo valore, mentre la sua quota di mercato è crollata ormai al 9%. Gli analisti, su riviste specializzate nel mese di dicembre, hanno previsto al massimo altri 6 mesi di attività per il mito americano, ormai prossimo al tramonto.