Roma. 3/2/12. Ore 13.17. Fiocchi di neve continuano a scendere dal cielo. La città comincia a fermarsi. I telefoni squillano: ‘Nevica‘; le madri svegliano i propri figli, che hanno bigiato la scuola: ‘venite a vedere che spettacolo’; Facebook impazza. Tante le immagini della Capitale in bianco. Bella. Bellissima. Anche i più duri si sciolgono. Qualcuno, invece, finge l’indifferenza. È il potere della natura.
In un momento di crisi come questo troviamo un attimo di pace, rivolgendo lo sguardo al cielo. Non invochiamo Dio. Non lo scomodiamo per così poco. Nè Egli si scomoderebbe. Che colpa ha se l’Italia va a rotoli? È colpa nostra. Prendiamocela con noi stessi. Non solo e sempre con i politici. Perché è più semplice dare la colpa a loro; la colpa è sempre del prossimo. Deresponsabilizzazione sembra essere la parola chiave del momento.
Eppure, quei politici non sono altro che l’espressione di noi. Almeno, di molti di noi. Ma noi a questo non ci pensiamo, nè intendiamo pensarci. Noi siamo sempre migliori degli altri. Noi siamo ‘gli italiani, brava gente’. E loro i politici (anche loro italiani) ma ‘cattivi’; cattiva gente. Vorremmo vedere gli altri al posto loro come vorrebbero risolverlo il dramma dell’Italia. Tutti bravi ad additare l’altro. Ma nessuno, alla fine, è capace a mettersi al loro posto.
Ora, in questo contesto di ‘imputazione’ delle responsabilità, noi italiani brava gente apprezziamo la neve. Una cosa semplice. Capace, però, di regalarci, forse, un sorriso o un pensiero positivo; per qualcuno persino felice.
La bellezza della natura non ha prezzo. Godiamocela per qualche tempo. Forse il cielo ha sentito e capito che gli ‘italiani, brava gente’ avevano bisogno di sorridere, anche solo per un attimo. E ha iniziato a lanciarci soffici fiocchi di neve.