L’uragano Isaac è stato, nuovamente, declassato a tempesta tropicale: a riferirlo, è stato il National Hurricane Center che ha fatto rientrare l’allarme uragano. I venti di Isaac, infatti, sono scesi sotto i 110 chilometri all’ora e la tempesta ha rallentato la velocità a 10 chilometri all’ora.
Il rallentamento ha provocato, quindi, una sosta maggiore della tempesta su New Orleans, la città della Louisiana già devastata da Katrina nel 2005. Secondo quanto riferito dagli esperti, Isaac non è arrivato neanche a metà della sua durata e, secondo i primi calcoli, i danni provocati potrebbero arrivare a circa 1,5 miliardi di dollari. Il direttore del National Hurricane Center, Richard Knabb, alla CNN ha dichiarato che Isaac dovrebbe durare solo fino ad oggi.
Ieri, il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha ricevute notizie sulle condizioni delle zone colpite dalla tempesta e ha telefonato al sindaco di New Orleans e ai governatori della Louisiana, dell’Alabama e del Mississippi.
“Il presidente è stato informato da sindaci e governatori a proposito dello stato attuale della situazione nei luoghi colpiti e riguardo alle strategie di intervento che sono state intraprese. Il presidente ha chiesto alle autorità locali di continuare ad identificare eventuali e ulteriori necessità, se dovessero trovarsi in difficoltà mentre la tempesta persiste“.
Si legge nel comunicato emesso dalla Casa Bianca. La zona più colpita resta quella della contea di Plaquemines Parish – a sud di New Orleans – ed un blackout elettrico ha lasciato più di 725 mila persone senza luce in Louisiana, Alabama, Mississippi, Arkansas e Texas. Qui, inoltre, è entrato in vigore il coprifuoco e le autorità locali hanno riferito che verrà fatto rispettare, arrestando o multando chi verrà trovato in strada senza un motivo valido: a riferirlo, è stato Ronald Serpas, sovrintendente del New Orleans Police Department.
I semafori non funzionano, ci sono detriti dappertutto e non funziona, ovviamente, neanche l’illuminazione stradale. Stesso scenario, più o meno, anche a Baton Rouge – città che si trova ad un centinaio di chilometri ad ovest da New Orleans – dove le autorità locali temono il rischio di inondazioni e di tornado.
Timothy Doody – responsabile della Protezione Civile del sud-est della Louisiana – ha raccontato che il livello del fiume Mississippi è aumentato di quasi 2 metri e mezzo, un livello “maggiore del previsto“. Ad ogni modo, i sistemi di difesa dalle inondazioni – che furono costruiti, spendendo oltre 14 miliardi di dollari, dopo il passaggio devastante di Katrina – di New Orleans, fino a questo momento, hanno retto: “Il sistema federale di argini è okay. Non ci sono rischi e tutto sta funzionando esattamente come deve. Non c’è gente fuggita sui tetti che possa lontanamente avvicinarsi al ricordo di Katrina“, ha dichiarato il sindaco, Mitch Landrieu, parlando di Isaac che, però, è un uragano di classe 1 e non 3 come Katrina.
Diversa, però, la situazione nella contea di Plaquemines Parish, dove il presidente Billy Nungesse ha fatto sapere che Isaac “ha colpito più duramente di quanto la gente pensasse” e che “ci sono persone sui tetti delle loro case e 3 o 4 metri d’acqua“. Proprio qui, centinaia di persone sono state evacuate – in particolar modo, a Boothville Venice – dove circa 30 persone restano ancora sui tetti in attesa di soccorsi ed intere cittadine sono sommerse dall’acqua. Preoccupazione anche per Guste Island, dove gli argini hanno ceduto.
New Orleans resta, dunque, una città fantasma al momento ed anche gli sceriffi di diverse contee vicine alla città hanno deciso di proclamare il coprifuoco: “Non vogliamo nessuno nelle strade“, ha dichiarato James Pohlmann, responsabile della sicurezza nella Saint Bernard Parish, zona nell’area periferica di New Orleans. La tempesta, infatti, continua ad essere ritenuta molto pericolosa dagli esperti: un uomo di 36 anni è la prima vittima deceduta nella città di Abeville, in Louisiana.