Vi siete mai chiesti quale potrebbe essere l’identikit del fedifrago perfetto? La vostra curiosità potrebbe essere presto soddisfatta perché a mette a punto l’identikit del perfetto traditore ci avrebbe pensato una recente ricerca condotta dalla Florida State University che ha pubblicato lo studio sul Journal of Personality and Social Psychology. Al centro dello studio condotto dai ricercatori 233 coppie di neosposi che sono state analizzate per un lasso di tempo fino ai 3 anni e mezzo in tutti gli aspetti della loro relazione e alla fine gli psicologi Jim McNulty, Andrea Meltzer, Anastasia Makhanova e Jon Maner sono stati in grado di estrapolare degli indicatori di fedeltà o infedeltà.
Il risultato è abbastanza preoccupante: contrariamente a quanto si potrebbe pensare, il traditore seriale è già sessualmente soddisfatto all’interno della coppia, ma ciò non gli impedisce di cercare di continuo un amante.
E poi c’è la bellezza: essere più o meno attraenti condiziona la propensione al tradimento femminile, ma non necessariamente quella maschile. Ciò significa che le donne meno attraenti sono maggiormente inclini al tradimento. Avere un compagno più o meno attraente influenza però l’uomo, ma non la donna visto che gli uomini con partner meno attraenti sono pronti a tradire di più.
Anche la giovane età, l’insoddisfazione nella vita coniugale e un certo passato “libertino”, potrebbero essere associate a un rischio maggiore di tradimenti.
A sostegno della fedeltà ci sarebbero invece due meccanismi di autodifesa naturali che appartengono alla maggior parte delle persone e vengono attivati inconsciamente quando si è già impegnati. L’attentional disengagement è l’attitudine a distogliere lo sguardo quando ci si trova sotto gli occhi una persona dell’altro sesso molto avvenente. L’evalutative devaluation è la tendenza a minimizzare la bellezza di altri uomini o donne rispetto a quella del proprio partner anche se si tratta di persone particolarmente avvenenti.
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