Trending
{"ticker_effect":"slide-h","autoplay":"true","speed":3000,"font_style":"normal"}
Il senso del giornalismo italiano per l’allarmismo sul vaccino AstraZeneca

Il senso del giornalismo italiano per l’allarmismo sul vaccino AstraZeneca

Il vaccino AstraZeneca è un business, e non stiamo indicando “bigpharma” come il beneficiario dei denari che dalla sua produzione precipitano a bomba all’interno delle tasche, diventando reddito. Si vuole indicare, piuttosto, la scelta editoriale del giornalismo italiano che ancora una volta spara sul pianista.

Le scelte redazionali, editoriali, quel che l’è, si dimostrano trasparenti ancora una volta: acchiappa il lettore, che ti frega se lo spaventi. Acchiappalo, fallo. Ecco dunque che le “morti sospette” di chi ha ricevuto il vaccino AstraZeneca diventano correlazioni certe, in barba ai comunicati ufficiali dell’EMA e dell’AIFA in cui viene garantita l’assoluta sicurezza del farmaco. In barba, ancora, alla comunità scientifica che chiede alla stampa di interrompere la disinformazione e lo sciacallaggio.

Perché? Perché nelle redazioni volano veline lette a metà, con casi in cui i lotti hanno cominciato a difettare perché conservati in modo sbagliato – quindi con cause da individuare nella conservazione e non nel vaccino in sé – e per questo diventano cause di alcuni problemi circolatori registrati in Danimarca Svezia, più una morte sospetta.

Nessuna responsabilità del farmaco: la responsabilità è dell’uomo che non ha rispettato i protocolli di conservazione. Eppure il vaccino AstraZeneca è considerato sicuro, ma questo alla stampa non basta. Succede quindi che gli stessi giornalisti blastino i giornalisti (leggasi Wired.it) colpevoli di aver parlato di “paura in Europa”“Allarme AstraZeneca” e chi più ne ha più ne metta, con tanto di clickbait.

Il vaccino anti Covid dunque non è più l’argomento di chi lavora nell’informazione, bensì la bava alla bocca di quegli strilloni negazionisti che infestano i social con messaggi pieni di cringe, occhiolini e deliri degni del peggiore robot andato in cortocircuito. Perché sì, è successo: i titolisti hanno cercato il click offrendo articoli presentati come grandi rivelazioni sulla pericolosità del vaccino AstraZeneca e i complottisti, i negazionisti e quei poricristi dei no vax hanno trovato finalmente una ragione per vivere ancora di like e condivisioni sui social.

“Lo dicono i giornali”, gridano nei commenti, e questa volta hanno ragione. Quando la notizia del giorno riguardava l’immigrazione, i giornali (alcuni) dicevano il contrario dei razzisti e degli analfabeti funzionali. Oggi i quotidiani sono allineati coi complottisti e questi ultimi, quasi in un atteggiamento da sfottò, gridano che tutto ciò che sanno lo hanno letto sui giornali. Quelli veri.

Il vaccino AstraZeneca ci ha dato la seconda lezione, dopo quella del Covid-19: diffidare e informarsi da sé attraverso i canali istituzionali, in barba a tutto.

Lascia un commento