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Il gelataio che vendeva droga

Il gelataio che vendeva droga

Luigi Scala, 30 anni, è stato condannato ieri per traffico di stupefacenti a New York. Il suo metodo era piuttosto ingegnoso, come molti altri che approfittano di un apparenza immacolata, l’uomo svolgeva il suo mestiere di gelataio con il suo camion “Lichety split”, solo che da un lato vendeva gelati ai bambini, dall’altro oxicodone agli adulti. 

L’oxicodone è un narcotico, che normalmente viene prescritto per usi medici, che Scala si faceva prescrivere da un suo amico medico di Manhattan ed una volta accumulatene una buona quantità le rivendeva ai tossicodipendenti dei quartieri che frequentava per la vendita di gelati. Nessuno avrebbe mai controllato il gelataio di quartiere!

Secondo i procuratori Scala avrebbe messo su negli anni un giro da oltre  un milione di dollari all’anno con la sua attività e non bisognerebbe stupirsene visto che una singola pillola di oxicodone costa all’incirca 20 dollari e veniva da lui rivenduta almeno al doppio, se non al triplo del prezzo. Il pusher ha patteggiato ammettendo la sua colpevolezza del reato fra il luglio 2009 ed il giugno 2010, per farsi ridurre la pena. Avrebbe spacciato 43000 pillole in questo periodo di tempo!

Gli investigatori hanno modo di credere che l’attività fosse ben più vecchia, ma vista la scarsità di prove hanno accettato il patteggiamento di Scala, che è stato condannato oggi a cinque anni di reclusione. In particolare, nonostante il patteggiamento, ha pesato per la sua condanna la truffa al sistema sanitario, che in America è un reato piuttosto grava nonostante la sanità sia una questione privata del singolo cittadino.

Scioccati i genitori dei quartieri di Staten Island, che non avevano la minima idea di mandare i loro figli a comprare il gelato da uno spacciatore! Anche per soddisfare questi genitori, ha detto il giudice Jill Korviser, emetto questa condanna per Luigi Scala.

L’avvocato dell’uomo, Patrick Parrotta, ha dichiarato ai giornalisti: “lui e la famiglia adesso vogliono solo andare avanti senza pubblicità, lasciateli stare”. Erano presenti all’udienza finale anche lo zio ed il padre di scala. Ancora pendenti e senza processo le accuse del suo presunto partner in questo affare Giuseppe Zuffalo.

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