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Guadagnava 3.700 euro al mese, ma è un parcheggiatore abusivo

Guadagnava 3.700 euro al mese, ma è un parcheggiatore abusivo

La Guardia di Finanza di Palermo ha scoperto un parcheggiatore abusivo colpevole di evasione fiscale. Fin qui, nulla di particolare. Ma se il parcheggiatore guadagna mensilmente cifre pari a quelle percepite da un medico o da un funzionario statale, allora la cosa si fa più interessante. Un’evasione fiscale da 90 mila euro su 300 mila guadagnati, così come contestato dalle Fiamme Gialle al parcheggiatore abusivo che si era indebitamente impossessato di un’area di circa 500 metri quadrati, nel quartiere di Borgo Vecchio del capoluogo siciliano. L’uomo guadagnava in nero circa 3.700 euro al mese.

L’uomo ha 29 anni e risultava da un punto di vista erariale assolutamente nullatenente. In realtà l’area adibita a parcheggio, era attrezzata con telecamere di sorveglianza e con la costruzione anche di alcuni posti recintati e al coperto. L’area offriva parcheggio a circa 150 auto e 50 motorini. La zona offriva guadagni notevoli in quanto collocata in zona alquanto strategica vicina a uffici pubblici e al centro della città. Il parcheggio, che aveva un giro abituale di clienti dunque, era stato posto sotto sequestro dalla polizia che aveva poi allertato i finanzieri per occuparsi degli aspetti fiscali della faccenda, ricostruendo così la storia dei guadagni illeciti dell’uomo.

Terminato il controllo fiscale,  i finanzieri hanno riscontrato una evasione ai fini delle imposte sui redditi per circa 90.000 euro e ai fini Iva per 53.000 euro, su guadagni illecitamente percepiti di circa 300 mila euro. Sono state inoltre contestate sanzioni per 63.000 euro riguardanti l’Iva e per ulteriori 50.000 euro per l’omessa comunicazione d’inizio dell’attività e l’omessa istituzione delle scritture contabili. Certo che, a ben guardare, se si pensa che onestamente per arrivare a guadagnare cifre del genere occorrono anni e anni di studio e di gavetta, e parliamo dei casi migliori, ovviamente, si riesce a ben comprendere la sfiducia nel normale sistema lavorativo e nell’opportunità di crearsi un futuro seguendo un iter, per così dire, normale.

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