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Grana Padano DOP: prodotto di punta di un qualsiasi caseificio veneto

Grana Padano DOP: prodotto di punta di un qualsiasi caseificio veneto

L’Italia è un Paese affascinante che si è affermato nell’immaginario internazionale soprattutto per la varietà e qualità della sua offerta gastronomica.

Ognuna delle regioni che compongono il Bel Paese, di fatto, può vantare eccellenze alimentari, prodotti di punta che affondano le loro radici in tradizioni antichissime, spesso persino immemori.

Tra queste, senza dubbio, si distingue l’identità del Grana Padano DOP, un formaggio a pasta dura, ricavato dalla lavorazione del latte crudo, secondo un rigido disciplinare ormai rispettato da diversai anni.

La sua terra d’origine è la Pianura Padana; non va confuso con prodotti simili e altrettanto famosi,

per quanto all’apparenza possano sembrare prodotti uguali, sono infatti molto diversi.

Il Grana si può trovare in commercio un po’ ovunque, ma per gli amanti dei prodotti autentici, realizzati dalle mani esperti dei casari locali, rivolgersi a un caseificio per la produzione e la vendita di formaggi di alta qualità in Veneto e nelle altre regioni del territorio padano è senza dubbio la soluzione ideale.

Il Grana DOP è un formaggio molto versatile, ottimo da consumare crudo, a scaglie, ma anche perfetto e adattabile a molte ricette. In pochi, però, conoscono la sua storia e come si ottiene dal latte vaccino. Proviamo ad approfondire questi aspetti, così da scoprire più da vicino questo superbo formaggio.

Storia del Grana Padano DOP

Il Grana Padano ha una storia molto antica e, come capita spesso, legata a doppio filo con la tradizione produttiva condotta dai monaci, in questo caso Cistercensi e Benedettini.

La loro devozione al lavoro e l’evidente attaccamento al territorio, già dall’anno Mille, li ha portati a dedicarsi alla bonifica del territorio che circonda il Po, la Val Padana, appunto.

Di qui sono riusciti a ricavare numerosi terreni da destinare all’allevamento di bovini, a cui hanno affiancato metodi di lavorazione sempre più efficaci e volti a una migliore conservazione del prodotto. Se vogliamo, hanno agito come il primo caseificio da cui è stato ricavato questo prodotto.

L’elemento distintivo di questo innovativo processo consisteva nella somministrazione di calore al latte, per agevolare lo spurgo della cagliata e la formazione di un cacio ben più consistente, più granuloso.

La denominazione Grana è appunto legata alla consistenza di questo formaggio. Questa novità ha subito conosciuto un rapido successo sulle tavole popolari dell’epoca, conducendo molti territori circostanti a una competizione tutta volta al miglioramento e affinamento della ricetta.

Oggi, infatti, l’area di produzione è piuttosto vasta, includendo tutte le province venete e le aree limitrofe al Po.

Processo di lavorazione

Il processo di lavorazione del Grana Padano è molto particolare, lungo e avviene nei laboratori e magazzini del caseificio che se ne occupa.

Parte dalla mungitura del latte, non più di due volte al giorno, che verrà poi riscaldato in apposite caldaie in rame a forma di campana rovesciata. Il riscaldamento è diviso in due fasi, uno per la formazione della cagliata e l’altra per la sua rottura e deposito su fondo.

Segue poi il riposo in pentola per circa 70 minuti, prima di essere estratto, tagliato in due forme gemelle e lasciato riposare ancora in un telo di lino. Tutto quello che avviene di qui in poi richiede riposo, cura e tempo.

Nella prima fase si ottiene la forma del Grana Padano, successivamente avviene la salatura, immergendo la forma in acqua e sale per circa 14-30 giorni, poi asciugato e stagionato per un minimo di 9 mesi e oltre i 20 mesi.

In questo modo si ottiene quel formidabile prodotto in grado di dare sapore a ogni piatto e acquistato ogni giorno presso il proprio caseificio di fiducia.

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