Sulle piste delle corse automobilistiche i piloti sanno sempre che nella festa che precede e segue ogni gara è celato il lutto di una tragedia. La morte e l’adrenalina che serve ad evitarla sono insite nel mestiere stesso del pilota, ma nel limite del possibile bisogna cercare di prevedere i pericoli più ovvi ed evitare che distrazioni stupide portino a gravi conseguenze. In India durante una corsa dei cani sono stati visti entrare sul circuito, provocando un’ansia generale per la sorte degli animali e dei piloti, che a quelle velocità difficilmente possono fare manovre elusive.
Il nuovissimo e super accessoriato circuito di Buddh ha ogni confort, comodità o semplicemente necessità. Sia essa una cosa superflua come spalti rialzati con massaggiatori personali e catering a 5 stelle per i ricchi spettatori, sia per i numerosissimi stuart per mantenere la sicurezza, ma a quanto pare non per tenere fuori due cani dalla pista durante le prove!
C’è stata molta preoccupazione e Bruno Senna della Renault ha espresso il suo disappunto per questa vicenda, il campione ricorda ancora lo zio nonché triplo campione del mondo Ayrton. Il pilota ha commentato: “speriamo che i commissari di gara focalizzino di più la loro attenzione su questa problematica ed evitino che succeda in gara; nonostante tutto è stata una fortuna che sia successo durante una sessione di prove, se fosse accaduto durante la competizione ci sarebbe stato un rischio davvero altissimo di un incidente molto grave”.
Il rettilineo del circuito sito in Nuova Delhi è il più lungo di tutta la formula uno e si raggiungono velocità di 315 km orari. Un po’ troppo per rischiare che un quadrupede vi attraversi la strada. Senna ha voluto ricordare le recenti tragedie di Dan Wheldon, vincitore ad Indianapolis, ma anche la recente scomparsa del campione del motociclismo Marco Simoncelli. Ha detto che: “è giusto godersi questo bellissimo sport, ma non bisogna dimenticare che mettiamo in gioco la vita per questo spettacolo ed incidenti provocati dal passaggio di cani sono davvero dei motivi inaccettabili per rischiare di morire.”