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Monti: ici e mercato del lavoro le priorità del governo tecnico

Monti: ici e mercato del lavoro le priorità del governo tecnico

In serata ci sarà il voto di fiducia da parte di Palazzo Madama. L’imposta sulla prima casa potrebbe essere reintrodotta, secondo le misure che intende intraprendere il Governo Monti. Il neo-presidente fa un appello alla sobrietà, parola chiave di questo nuovo governo tecnico che ha il compito di fronteggiare la crisi con gli strumenti adeguati. Oltre all’Ici, il governo dovrà occuparsi del mercato del lavoro ma anche della questione della patrimoniale, in un’ottica prettamente europea. Un discorso programmatico, quello di Mario Monti, durato 50 minuti, in cui viene ribadita l’importanza di crescere e di fare sacrifici per fuoriuscire da questo periodo di destabilizzazione economica.

Grande importanza riveste l’unità nazionale, affinché i cittadini si riconcilino con la politica, dalla quale sono stati delusi, introducendo l’Italia in un periodo nuovo, basato su un forte impegno nazionale. Per quello che riguarda l’euro, Monti afferma che non possiamo abbandonare la moneta unica, in quanto si ritornerebbe indietro nel tempo, quasi agli anni ’50 dal punto di vista economico. Per questo è necessario, secondo Monti, “rendere meno ingessata l’economia” per stimolare la crescita del Paese. Per rimontare, come sottolinea il Presidente, bisogna anche puntare sui giovani e sulle donne, che sono la parte della popolazione maggiormente esclusa dal mercato del lavoro.

Inizialmente, per raggiungere tali obiettivi, è necessario contenere i costi, tagliando le spese della casta, la lotta all’evasione fiscale, abbassare le tasse e abbattere il sommerso. Per quel che concerne le pensioni, ambito in cui ci sono tantissime disparità, che Monti individua “tra le generazione, categorie e aree di privilegi“. Due gli obiettivi relativamente al mercato del lavoro: renderlo più equo, incitando, di conseguenza la crescita della produttività. Un mercato, quello odierno, che non adempie a queste funzioni, caratterizzato, appunto, da soggetti “fin troppo tutelati e altri totalmente privi di tutele in caso di disoccupazione“.

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