Governo battuto alla Camera che dà il via libera alla responsabilità civile dei magistrati. Il Governo esce sconfitto con 264 sì, 211 no ed un astenuto. La norma, in ordine alla quale il Governo aveva espresso parere negativo, era stata proposta dal leghista Gianluca Pini come emendamento alla Legge Comunitaria. L’emendamento passerà ora all’esame del Senato, dove il ministro della Giustizia, Paola Severino, si augura “che in seconda lettura si possa discutere qualche miglioramento perché interventi spot su questa materia possono rendere il quadro complessivo poco armonioso”.
L’emendamento, che rivede una legge del 1998 che “chi ha subìto un danno ingiusto per effetto di un comportamento, di un atto o di un provvedimento giudiziario posto in essere dal magistrato in violazione manifesta del diritto o con dolo o colpa grave nell’esercizio delle sue funzioni ovvero per diniego di giustizia può agire contro lo Stato e contro il soggetto riconosciuto colpevole per ottenere il risarcimento dei danni patrimoniali e anche di quelli non patrimoniali che derivino da privazione della libertà personale”. Qualora dovesse diventare legge, dunque, chi ritiene di essere stato danneggiato per dolo o per colpa grave da una sentenza, potrà fare causa allo Stato o al giudice che l’ha emessa.
Il voto si è svolto a scrutinio segreto ma, secondo indiscrezioni filtranti dalle intenzioni prima delle votazione, i sì all’emendamento sarebbero arrivati da Pdl, Lega, Popolo e territorio e Radicali eletti nelle file PD. Contrari, invece, PD, Idv e Terzo Polo. “Pensavamo che la stagione degli attacchi e delle aggressioni ai magistrati in coincidenza con lo svolgimento di processi a carico di autorevoli esponenti della politica fosse alle nostre spalle. Con preoccupazione registriamo l’approvazione di una norma incostituzionale che non ha paragoni in nessun ordinamento democratico del pianeta” ha ribattuto l’Anm. Cascini, segretario dell’Anm, ha poi aggiunto: “La responsabilità civile diretta del giudice è una mostruosità giuridica che ha come unico effetto quello di intimorire il giudice e di indebolire la tutela dei diritti. Noi ci auguriamo che il Senato cancelli questa disposizione contraria alla Costituzione, alla normativa europea e al buon senso“.