Le facce incredule degli avvocati hanno fatto da sfondo a una strana vicenda accaduta in Cassazione, dove un processo è stato rinviato perché un giudice è andato in pensione. Processo che avrebbe dovuto sancire l’ultimo grado di giudizio su una storia legata al terrorismo delle Nuove Brigate Rosse.
Il giudice in questione si chiama Alfonso Amato. Solamente lo scorso lunedì ne è stata data comunicazione al collegio presieduto da Giuliana Ferrua. “Veniamo tutti da Milano e la Cassazione poteva almeno avvertirci“, hanno protestato i legali.
L’udienza di Roma, che non ha avuto luogo, avrebbe dovuto pronunciarsi sulle condanne emesse il 24 giugno del 2010 dalla Corte d’Assise d’appello di Milano. Condanne che erano: 14 anni e sette mesi a Davide Bortolato; 3 e sei mesi ad Amarilli Caprio, Alfredo Mazzamauro e Davide Rotondi; 11 anni e quattro mesi ad Alfredo Davanzo; otto anni e 15 giorni a Massimiliano Gaeta; 10 anni, dieci mesi e 15 giorni a Bruno Ghirardi; 14 anni e sette mesi a Claudio Latino; 3 anni e otto mesi ad Andrea Scantamburlo; sette anni a Salvatore Scivoli; 13 anni e cinque mesi a Vincenzo Sisi e 10 anni, otto mesi e 15 giorni a Massimiliano Toschi.
L’udienza è stata rinviata dal sostituto procuratore generale Vincenzo Geraci dopo aver verificato che i termini di prescrizione solo lontani. Il nuovo relatore è Paolo Oldi, che secondo Ferrua non ha “avuto il tempo di studiare il fascicolo che è molto corposo e che gli è stato assegnato solo lunedì, ossia tre giorni fa, dopo aver appreso del pensionamento di Amato“.